RADICO ERGO SUM
Homo radix, felix in silvis
Pratiche di eucarestia arborea

Filosofi, poeti, eremiti, artisti e viaggiatori hanno indagato gli spazi e i misteri della natura selvaggia per millenni, cercando risposte alle grandi domande che da sempre attanagliano l’intelligenza e la sensibilità della nostra specie. Ad esempio, Plinio il Vecchio (23-79 d.C.), nella sua vasta opera enciclopedica Naturalis Historia, coniò il termine “arborescere”, ovvero farsi albero, assumere le sembianze di un albero; un modo per immaginare un rapporto dialogico fra quel che chiamiamo “natura” e il nostro destino. La ricerca della voce autentica della natura rappresenta un punto nodale del percorso autoriale di diversi scrittori nell’epoca moderna e contemporanea. Erede di questo filo verde che unisce, fra i molti, Leopardi, H. D. Thoreau, W. Whitman, J. Muir, J. Giono, W. Carlos Williams, M. Rigoni Stern, R. Frost, A. Zanzotto, G. Snyder, C. Cassola, F. Biamonti, T. Merton, G. Xingjian, Y. Lian, D. Walcott, Les Murray, W. S. Merwin e A. Zarri, è Tiziano Fratus (Bergamo, 1975).

Un Homo Radix ai piedi di The Patriarch, Inyo National Forest, California.
Zen atque natura matres sunt
Poesia, dendrosofia e meditazione

La poesia è la radice prima della sua scrittura, ne ha segnato gli esordi giovanili, alimentando, fra il 2006 ed il 2010, le attività del Festival e delle Edizioni Torino Poesia. Al dissolversi della propria famiglia e alla soglia dei trent’anni, Fratus incontra le immense sequoie della California, conia i concetti-seme di Homo Radix e Silva itinerans che diventano una nuova forma di identità: colui o colei che attraversa il paesaggio e crea connessioni spirituali o culturali con gli elementi naturali. Nutrienti risultano il concetto di “minimalismo sacro” o “minimalismo mistico”, riconosciuto in musica per il percorso di compositori quali A. Hovhaness, J. Cage, La Monte Young, Simeon Ten Holt, P. Glass, S. Gubaidulina, M. Monk, J. Tavener, M. Nyman, Arvo Part, S. Micus, H. Budd, e l’avvicinamento agli esemplari comportamenti del francescanesimo delle origini – Francesco e Chiara d’Assisi, Angela da Foligno, Rosa da Viterbo, nonché il confronto aperto con le voci di maestri del taoismo e del buddismo chàn e zen, poeti eremiti o raminghi, quali Mumon, Kakuan, Huang Po, Linji, Saigyo, Dogen, Daito, Basho, Chomei, Ikkyu, Ryokan, Zicheng, Bassui, Bankei, Baisao, Sawaki, Soseki, Genko, Kanzan, Tosui, Yokoyama, Senzaki, Nakagawa, Bopjong e altri. Nel corso degli anni maturano la tecnica dell’alberografia, la disciplina della Dendrosofia, una pratica di meditazione quotidiana nei boschi che conduce all’approfondimento di una personale quanto essenziale via al buddismo: Zen atque natura matres sunt, dice Fratus, coltivare silenzio, zen, natura e poesia. Grazie a questo percorso, enti, privati e festival incaricano Fratus di accompagnare gruppi di persone nei boschi, nelle riserve o nei giardini storici che costellano il Belpaese.

Gli editori delle opere e degli scritti di Tiziano Fratus.

Attraverso dedizione e costanza Fratus sta componendo una costellazione editoriale che si manifesta in opere di poesia, viaggio, contemplazione, narrazione e fotografia, imbastendo i confini di un’unica opera letteraria, un vasto “silvario”, un’esplorazione nella natura e nelle potenzialità della scrittura. Ne sono il frutto titoli di larga diffusione pubblicati da editori di primo piano o indipendenti. Fratus attraversa il paesaggio in cerca di grandi alberi e boschi vetusti, ne scrive sui quotidiani – per sei anni ha curato la rubrica Il cercatore d’alberi su La Stampa, ora ne scrive in Arbor Maxima e La Dentrodeca per Il Manifesto, Alberi d’Italia e Natura d’autore per La Verità, Con occhi di selva per La Repubblica e i quaotidiani del gruppo Gedi – e ne parla nelle trasmissioni Nova Silva Philosophica ed Eremo delle rose e delle radici, condotte sulle frequenze di Radio Francigena. La sua voce poetica è stata tradotta in dieci lingue, pubblicata in riviste e antologie nazionali ed internazionali in una ventina di paesie, e gode del sostegno di Versopolis, rete che unisce i maggiori festival di poesia in Europa.

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