DENDROTECA
IL LIBRO DELLE FORESTE SCOLPITE
In viaggio fra gli alberi a duemila metri
Editore: Laterza, Roma/Bari
200 pp – Illustrazioni in b/n
ISBN – 9788858119389 | € 16.oo
Disponibile anche in ebook
Dopo L’Italia è un bosco ecco il secondo capitolo della °Trilogia delle bocche monumentali° cucito da Tiziano Fratus per gli Editori Laterza.
>>> indice del volume
>>> scheda del libro
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PRESENTAZIONE
«Ci dicono che viviamo in un’epoca in cui è già stato scoperto tutto, o quasi. Non penso sia vero. Ogni umano ha la possibilità di scoprire, di abitare il tempo che gli è concesso come se fosse il primo scalatore ad aprire le vie alla cima del K2, il primo navigatore che approda nelle Indie Occidentali o il primo astronauta che mette piede sulla superficie lunare. Tutte le volte che un uomo o una donna incontra un grande albero vetusto o attraversa una foresta scolpita è come se inventasse un continente che non c’era. E’ come se spalancasse la carta geografica e disegnasse i confini d’un Nuovo Mondo. Il suo Nuovo Mondo»
Il libro delle foreste scolpite è un viaggio nel tempo alla scoperta di sé scandagliando quei luoghi dove le conifere resistono alle avversità d’un ambiente estremo e d’una terra rocciosa, là dove il resto dei viventi ha smesso di sopravvivere. Lariceti, pinete e cembrete dispersi fra quota 1900 e 2200 lungo l’arco alpino, ma anche le cortecce contorte e scolpite dei pini loricati che abitano le creste del Massiccio del Pollino, fra Calabria e Basilicata. E, infine, i pini longevi o Bristlecone Pines sulle Montagne Bianche in California, fra quota 3000 e 3900 metri, gli esemplari più antichi del pianeta (oltre 5000 anni). Un viaggio in paesaggi lunari dove la vita cerca a suo modo la strada per l’eternità. Luoghi dove l’anima si riveste di radici, di sogni, d’immaginazione.
Foresta scolpita – s. f. (pl. foreste scolpite). 1. – Popolazione di alberi vetusti e contorti, spesso presente in quota al limite vegetazionale, oltre i duemila metri.
MATERIALI (Scheda libraria, recensioni, presentazioni in tv e radio, eventi ecc.)
>>> Scheda libro – Catalogo degli Editori Laterza
>>> Homo Radix serie fotografia 2015 | 84 fotografie in bianco e nero
>>> Non c’è luce nitida e profonda quanto quella che vediamo ad occhi chiusi
>>> Quei patriarchi verdi simbolo di resistenza | «La Stampa» del 31/3/2015
>>> Tiziano Fratus a Villa Taranto – Servizio per Ambiente Italia (Rai 3)
>>> Intervista di Carlo D’Amicis a Tiziano Fratus – Fahrenheit (Rai Radio 3)
>>> Intervista di Laura Piazzi a Tiziano Fratus – Miracolo Italiano (Rai Radio 2)
>>> Il libro delle foreste scolpite – Preghiera di Camillo Langone | «Il Foglio»
>>> Il libro delle foreste scolpite – Sabrina Penteriani su «L’eco di Bergamo»
>>> Viaggio tra gli alberi a duemila metri di quota | Sito di Torino e le Alpi
>>> Intervista a Fratus per il sito della Fiera dei Librai Bergamaschi 2015
>>> Intervista di Lorenzo Guadagnucci a Tiziano Fratus | Quotidiano Nazionale
>>> Sono un cercatore di alberi nella solitudine delle foreste – Intervista a °Il Tirreno°
>>> Fra i libri consigliati da Una montagna di Libri – Trento Film Festival
>>> Il libro delle foreste scolpite al Salone Internazionale del Libro 2015
>>> Presentazione de Il libro delle foreste scolpite al Circolo dei Lettori
>>> #IOLEGGOPERCHE’ | Tiziano Fratus alla Fondazione Federica Galli
>>> Locandina e scheda dell’incontro a Roma alla sede del Corpo Forestale
>>> Dittico arboreo: i libri di Tiziano Fratus e Laterza ai Martedì Sostenibili
>>> Fratus partecipa all’edizione 2015 di Aurora Festival – Natura e Spirito
>>> La Repubblica | Articolo firmato Tiziano Fratus per l’edizione nazionale
HANNO SCRITTO DE IL LIBRO DELLE FORESTE SCOLPITE
«I libri di Tiziano Fratus aprono qualcosa dentro e al contempo lasciano una sensazione di pace» Elvis Lucchese – Corriere del Veneto
«Lo scrittore Tiziano Fratus guarda la natura con gli occhi dell’esule, come se – da straniero – vedesse tutto per la prima volta, regalando alle sue pagine la freschezza di una continua scoperta. Le “Foreste scopite” del suo nuovo libro (Laterza) sono prima di tutto solchi tracciati nell’anima» Sabrina Penteriani – L’Eco di Bergamo
«Ad aprire la ricca carrellata di ospiti lo scrittore, poeta e “cercatore d’alberi” Tiziano Fratus, che domani accompagnerà il pubblico in una passeggiata a Castiglioncello di Bolgheri, paradiso naturalistico nonchè luogo di nascita del Sassicaia, aperto straordinariamente per l’occasione» Gaia Rau – La Repubblica
«Lo sguardo dello “straniero” gli consente di riconoscere gli alberi da un punto di vista esterno, da viaggiatore, ma la foresta che ha dentro lo rende partecipe della vita vegetale, immedesimandolo. Fratus ha scritto molti libri sui grandi alberi, i boschi e le foreste, descrivendo luoghi domestici e selvaggi; quest’ultimo è dedicato agli alberi “estremi” che vivono i duemila metri di quota e oltre, e rappresentano «le migliori biblioteche» […] Il viaggio di Tiziano Fratus si snoda dagli pini contorti del Pollino ai lariceti della Valle d’Aosta, dai cembri dell’Ampezzano ai grandi esemplari della California, in avamposti dove le radici sono spesse per sopravvivere al gelo, e il legno sprofonda nella roccia memore di altri tempi e altre vite» Enrico Camanni – Torino e le Alpi
«“Gli italiani non amano gli alberi”, scrive la Yourcenar nei taccuini delle Memorie di Adriano, citando Stendhal. Non è del tutto vero, perché qualcuno li ama moltissimo e passo dopo passo percorre boschi e foreste misurandoli, fotografandoli, cercando di valorizzarli. E’ Tiziano Fratus […] Fratus prosegue la sua quête, la sua amorosa ricerca con Il libro delle foreste scolpite (Laterza), scolpite perché composte da alberi vetusti e contorti, spesso ai limiti della vegetazione, oltre i duemila metri: «Viaggio tra gli alberi a duemila metri» recita infatti il sottotitolo, cammino che si snoda ai piedi di giganti o semplicemente di patriarchi verdi simbolo di resistenza» Carlo Grande – La Stampa
«L’autore gira il mondo, dalla Val d’Aosta dei larici alla California delle sequoie per visitare e raccontare i grandi alberi, esseri viventi pieni di dignità. Non scodinzolano, non abbaiano, non miagolano per un biscotto o una crocchetta, non hanno bisogno di noi, siamo noi che abbiamo bisogno di loro per ridestare la nostra capacità di ammirazione. Non corrono, non fanno salti e facce strane, non si prestano a finire su internet per acchiappare clic. Gli alberi non sono buffi: sono seri. Non sono carini: sono belli. Bastano i nomi per dirne il valore, sul Pollino c’è un pino loricato di quasi mille anni che si chiama Patriarca, e può insegnare quanto nella vita sia importante durare, perseverare, e non dare fastidio al prossimo» Camillo Langone – Il Foglio
«Rimira la profondità dell’altezza: alberi a duemila metri, che personalmente trovo stupefacenti per la loro resilienza e il cammino (si, il cammino) che sanno fare. Un altro libro che racconta un cammino personale di un uomo che ha “cercato la foresta” sinché “inavvertitamente” si è reso conto di “averne allevata una dentro di me”. Da leggere» Davide Sapienza – Corriere della Sera
«Instancabile cercatore d’alberi, autore di libri preziosi per comprendere l’importanza naturalistica, civile e anche spirituale degli alberi: i titoli più recenti sono Il libro delle foreste scolpite (Laterza) e Ogni albero è un poeta (Mondadori). Fratus ha concepito il concetto dell’homo radix, l’uomo radice, che fonda la propria identità nella relazione con i grandi alberi» Lorenzo Guadagnucci – Quotidiano Nazionale / Il Giorno
«Perdersi tra fronde millenarie, “leggere” la ruvida corteccia, scoprire luoghi incantati e fuori dal tempo. E’ questo il senso di Tiziano Fratus per gli alberi […] Ha all’attivo decine di titoli per i maggioir editori italiani, tutto o quasi incentrati sulla passione più grande, quella per gli alberi» Giulia Armeni – Il Giornale di Vicenza
«Fratus appartiene alla specie di quelli che “passo dopo passo tessono per se stessi un destino”. Come gesto incipitario Fratus è andato in cerca di radice, camminando e nominando, fino a farsi primo di una specie, quella dell’Homo radix. Per Fratus, il bosco è una biblioteca. E l’albero (anche) uno specchio: “posso vedere i tanti Tiziani illegnati come la sezione di un tronco d’albero, la sua geometria interna e profonda” scrive. L’Homo radix è un essere umano che si sente spiritualmente prossimo ai grandi alberi che occupano il paesaggio, in qualsiasi parte del mondo. “Bocche di legno” – dice – che noi uomini cerchiamo, mentre loro non cercano noi”. In “Il libro delle foreste scolpite” Fratus racconta di quella necessaria all’alberografare, che permette di entrare in uno stato di grazia e coltivare il silenzio per prepararsi all’ascolto, per poi dare il nome nel gesto di Adamo: c’è una bellezza da inizio del mondo/nel mettere ordine in cose che non ti appartengono. Di più: l’alberografia è una sorta di eziologia, il cercatore d’alberi un indagatore delle origini e delle cause. In cammino nella bella stagione, d’inverno ricurvo come una radice accanita sopra la tastiera del computer, vive la vita della terra nel ciclo stagionale di riposo e produzione, e quella dell’esule, la cui terra intima sono soprattutto i libri che scrive» Lorella Barlaam – Libri sconfinati
«Parla con gli alberi. Li studia, li censisce, li misura, li fotografa, ne cerca la storia e poi racconta il loro universo poetico e naturalistico […] attraversa i paesaggi di tutto il mondo per incontrare e scoprire piante monumentali e poi scriverne» Paola Taddeucci – Il Tirreno
«Leggeteli, i suoi libri. Perchè Tiziano Fratus cammina per i boschi e ce li restituisce cercando, oltre il linguaggio degli alberi, l’autenticità della loro presenza, senza orpelli e senza interpetazioni che si piegano alla nostra volontà» Marilù Oliva – Libroguerriero
«Una foresta è un po’ come Atlantide. Si può immaginare questo sfogliando “Il libro delle foreste scolpite. In viaggio tra gli alberi a duemila metri” di Tiziano Fratus, pubblicato da Laterza, nella collana “i Robinson / Lettureo. “Ogni volta che un camminatore attraversa una foresta scolpita è come se inventasse un continente che non c’è”. È una frase che colpisce in questo libro che è un viaggio nel tempo alla scoperta di sé» Libreria dei Lettori al Teatro della Pergola, Firenze
«Con Il libro delle foreste scolpite, pubblicato di recente, Tiziano Fratus si affida al potere evocativo delle parole sul pensiero, contribuendo a formare nella nostra mente l’immagine di gruppi scultorei monumentali, plasmati dall’incessante lavoro “artigianale” del tempo, dell’habitat e degli elementi naturali e sovrannaturali che hanno attribuito a queste creature forma ed espressioni tipiche dell’opera d’arte […] Non si tratta di un semplice saggio di erudizione scientifica, né di una guida specialistica pensata per addetti ai lavori o appassionati della natura, quanto piuttosto di un’esperienza profonda che contempla diversi strumenti e stati di coscienza del vissuto a contatto con il paesaggio, tramite i cinque sensi, la lettura, la scrittura e la fotografia […] La scrittura è intessuta di riferimenti artistici, sia quando le forme della natura richiamano associazioni visive spontanee – come ad esempio i cretti di Burri per la corteccia del pino loricato del Parco Nazionale del Pollino – sia quando l’autore racconta di alcuni maestri che più di altri lo hanno colpito e affascinato, in particolare i pittori nordici come Bosch e Grünewald, al cui Altare di Isenheim sono dedicate pagine di scrupolosa erudizione e precisa osservazione emozionale» Debora Tosato – Storiedellarte
«Dinanzi ai silenziosi giganti, impassibili idoli lignei conficcati nel ventre del tempo, il cercatore s’incendia di stupore, di meraviglia, di una disarmata umiltà che vira il suo punto d’osservazione in quello d’un frutto caduto; il figlio si fa piccolo, e ubbidiente corre a cercar riparo sotto l’ombra autoritaria ma rassicurante del padre […] Per Fratus l’albero è al contempo un testimone e un sopravvissuto, un libro monumentale scritto dalla natura sulla natura, un’opera di scultura levigata dal tempo, scanalata dalle piogge, piegata dalle brezze o spezzata dalle notti di tempesta, un totem irrobustito dal sole e ingentilito dalla luna, un dito sollevato dalla Terra a indicare il cielo, o quello che si nasconde al di là del cielo» Massimiliano Sardina – Amedit (Amici del Mediterraneo)
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