Abito un continente compreso fra la carta e la corteccia

A me piace sempre quando piove. Mi sembra di bere insieme agli alberi

[Francesco Biamonti, Il silenzio]

Le cose in sé sono mostruose perchè sono e non sanno di essere; ignorano la loro solitudine e la nostra

[Andrea Emo, Quaderno 229]

Non esiste il modo per mettere una corrente in un secchio o il vento in un sacco

[Alan W. Watts, Il tao: la via dell’acqua che scorre]



>>> Il libro delle foreste scolpite – Fratus a Fahrenheit
>>> Scrittura d’ambiente – Loredana Liperini a dialogo con Francesco Erbani, Tiziano Fratus e Franco Arminio – Fahrenheit


>>> Letteratura vegetariana: denuncia ambientale  e impegno civile – F. Arminio, T. Fratus e D. Sapienza – La Lettura del Corriere della Sera


>>> Il ginkgo biloba parlerà di Milano ai nipoti dei nipoti dei nostri nipoti – Carlo Grande recensisce I giganti silenziosi – TuttoLibri


>>> Il mondo tra i rami di una preghiera terrestre – Pagina su Il Manifesto


>>> Fra i giganti del Nord America, reportage in otto puntate – La Stampa
>>> Gli alberi che raccontano il Giappone di Tiziano Fratus – La Stampa


>>> Festa nazionale degli alberi, intervista a Tiziano Fratus – La Repubblica


>>> In un mondo sradicato ho imparato ad amare gli alberi – L’Eco di Bergamo


>>> Tiziano Fratus e Davide Longo al Festival Letteratura di Mantova – La Feltrinelli

IL TEMPIO DELLE RADICI | Casa è ovunque respiri

La meditazione in natura si è sviluppata attraverso un dialogo costante coi grandi alberi e le foreste, con la frequentazione di opere antiche e moderne (i padri spirituali del taoismo, le figure radicali della speculazione cristiana, i maestri indiani, buddisti, zen), nondimeno attraverso un ascolto delle acque nei luoghi che frequenta: laghi, sorgenti, fiumi, torrenti e ruscelli di montagna. Qui sono sbocciate riflessioni e appunti di un diario che descrivono i passi verso la compiutezza di una vera e propria rinascita spirituale: meditare immerso negli elementi naturali. Fratus medita quotidianamente in diversi luoghi, due dei quali prossimi alla sua abitazione: nella pineta sul Monte San Giorgio, la sua montagna sacra, e intorno al lago detto piccolo di Avigliana, il suo lago tibetano, in terra di Piemonte. E’ qui che spesso trae ispirazione per le poesie, è qui che porta l’anima a rinnovarsi, di stagione in stagione.

Sulle montagne fra California e Nevada: un Uomo Radice ai piedi di The Patriarch, 1500 anni, il maggiore esemplare di Pinus longeava, Patriarch Grove, Inyo National Forest – Il resoconto è disponibile ne “Il libro delle foreste scolpite” (Laterza)

«Quando cammino mi piace tenere in mano una pigna, un pezzo di corteccia o della terra sfarinata. Mi mette in comunione col paesaggio e con la Madre Terra. Talvolta mi basta allungare lo sguardo nella pineta del mio minuscolo Monte Tai (Tai Shan), sul San Giorgio, a mezz’ora d’auto da casa, per quietare i demoni e le tensioni che mi snervano da ore. Per me non esiste medicina più rapida ed efficace. Dove mi incammino, nella compagnia degli alberi, si erge maestoso e invisibile, il Tempio delle Radici, ove mi appresto a camminare, a meditare, ad osservare, a riflettere. Ogni giorno dedico almeno un’ora a questa scuola dei semi e delle foglie. Scavare in profondità e ammansire la chimera della leggerezza. Come dice il monaco zen vietnamita Trich Nhat Hanh, “la pace è ogni passo”» [da Il sole che nessuno vede, Ediciclo]

L’OPERA & LO STILE | Estratti dai libri e dagli articoli pubblicati

«Noi torniamo nei boschi perché è qui che riusciamo a pregare senza usare nessuna parola» [Il mondo tra i rami di una preghiera terrestre, Il Manifesto]

«Un albero è la macchina che Madre Natura ha progettato per superare i limiti e i secoli che gli altri ospiti del pianeta non possono varcare» [I giganti silenziosi, Bompiani]

«Sono un uomo radice. Sono un uomo che si è svegliato albero con fronde che si alberano al respiro dei venti, che raccoglie storie trasportate e veicolate da altre creature. Sono un uomo radice che trova gioia e pace nella sua nuova terra. Sono un uomo che ha trovato radici viaggiando nel mondo. Un uomo che cerca sempre radici. Sono un uomo radice che circola e tenta di stabilire connessioni, e conoscenza, con gli ambiente. Sono un uomo che si fa sempre più albero in un paesaggio di alberi che si fanno sempre più uomini. Sono un uomo che ha imparato ad ascoltare gli alberi e non se ne vergogna affatto. altro canto ogni poeta è destinato a farsi albero. Sono un uomo radice e questi appunti sono le mie ghiande, i miei racemi, i miei galbuli, le mie venature» [Homo Radix, videodocumentario, regia Manuele Cecconello]

«Il miglior modo per guardare una foresta è ad occhi chiusi» [Il sole che nessuno vede. Meditare in natura e ricostruire il mondo, Ediciclo Editore]
«Salute a te o Gran Bosco che mi stai per ospitare nei tuoi frondai. Tu siedi silente sul dorso dei monti, sospiri e respiri stagione dopo stagione, espandi e concentri la tua corsa al melodiare degli uccelli. Cambi abito all’arrivo del tempo in cammino, ti nutri del sole estivo e ti abbeveri di piogge primaverili e autunnali. Abbi compassione di me, piccolo uomo-cattedra uscito da pochi giorni dalle caverne, accoglimi con la tua grazia, e porgi ai tuoi abitanti la mia richiesta di cittadinanza. Di’ loro di pazientare a causa del mio rumore. Porgo a te omaggi di gloria, pulisci il mio affannoso respiro pensante, alleggerisci quest’anima rattoppata e incespicante. Siederò ai piedi delle tue annose sentinelle arboree, accarezzandole con occhi di cerbiatto e mani di lattante. Fammi abitare per porzioni dei tuoi anelli la tua stessa pace, la tua anima è chiesa e tempio. Sento le tue radici sprofondare ancor di più nella terra, il tuo tronco solido, pietroso, sostenere la pesantezza dello stare in piedi e la leggerezza delle foglie che risalgono alla fonte della vita: lassù un vento le accarezza creando un mare in perpetuo movimento» [Il sole che nessuno vede, Ediciclo]

«Non ho parole per descrivere la bellezza del mondo. Il mio respiro si confonde con quello delle piante. Il mio ascolto si mischia al canto degli uccelli. Il mio occhio vaga come un vascello nel mare delle nebbie, fra un braccio di montagna e la cima piramidale del Monviso. I colori del mio sangue sono gli stessi che ondeggiano dove non riesco a scorgere la vita che cammina e lotta per conquistarsi la pace della notte. Non esiste nulla di più naturale di un uomo che ammira il paesaggio, al tramonto» [L’Italia è un giardino, Laterza]

Tre dei volumi più venduti di Tiziano Fratus: Manuale del perfetto cercatore d’alberi (Feltrinelli), Il sussurro degli alberi (Ediciclo), il romanzo forestale Ogni albero è un poeta (Mondadori). Storie, incontri e visioni di un uomo che cammina nel bosco.

«Da distante anche il bosco sembrerebbe perfetto, ordinato. Nella stagione invernale la neve rafforza la percezione dell’inganno. La coltre lattiginosa ricopre e nasconde, mette in pari e appiattisce le chiome rimaste verdi. Le compatta. In estate la vita si moltiplica, la predazione e la dipendenza reciproca, e il senso materiale del disordine cresce a dismisura, il grado di entropia estetico aumenta. Bisogna metterci le zampe dentro per constatare la sovranità del disordine, un disordine splendido, ruggente, avvolgente, chimicamente fermentante» [Ogni albero è un poeta, Mondadori]

«Che lo si ascolti o meno esiste un Dio delle lingue e delle radici, un Signore che nasce e rinasce e si rimodella ad ogni passaggio del tempo, che accompagna le forme dell’esistente su questo minuscolo pianeta ai margini della galassia, in un universo in espansione continua» [Il bosco di Palermo, Edizioni della Meridiana]

“L’Italia è un bosco”, “Il libro delle foreste scolpite”, “L’Italia è un giardino”: i titoli che compongono la Trilogia delle Bocche Monumentali, cucita da Tiziano Fratus per gli Editori Laterza

«La conoscenza botanica non è una forma di sapere scientifico, nozionistico, è innanzitutto un sapere artistico: significa avvicinarsi al disegno di Dio o a quello dello spirito della Madre Terra, a seconda della fede che uno custodisce e coltiva; saper riconoscere una specie, attribuire un nome preciso, distinguere le forme e i colori delle foglie, le geometrie dei semi e dei fiori, le architetture dei tronchi e le manifestazioni grottesche dei grandi alberi antichi. Non è mera scienza: è arte, è poesia, è letteratura!» [L’Italia è un bosco, Laterza]

«Il seme è Dio che non sa restare immobile» [Musica per le foreste, Mondadori]

Un quaderno di radici e Vergine dei nidi: gli ultimi album di poesie di Tiziano Fratus sono stati pubblicati nella collana Zoom Poesia di Feltrinelli. Per il 2018 è in lavorazione il nuovo titolo: Il postino minotauro.

«Ci dicono che viviamo in un’epoca in cui è già stato scoperto tutto, o quasi. Non penso sia vero. Ogni umano ha la possibilità di scoprire, di abitare il tempo che gli è concesso come se fosse il primo scalatore ad aprire le vie alla cima del K2, il primo navigatore che approda nelle Indie Occidentali o il primo astronauta che mette piede sulla superficie lunare. Tutte le volte che un uomo o una donna incontrano un grande albero vetusto o attraversano una foresta scolpita è come se inventasse un continente che non c’era. E’ come se spalancasse la carta geografica e disegnasse i confini d’un Nuovo Mondo. Il suo Nuovo Mondo» [Il libro delle foreste scolpite, Laterza]

«Generazioni di esseri umani, di padri e di figli, di nipoti e di discendenti transitano sotto le loro chiome e si abbeverano nelle ombre, ristorano l’anima e azzerano il pensiero. Si siedono, toccano il legno, si lasciano invadere lo sguardo dai movimenti che il vento anima, accarezzano le foglie e i frutti, i semi e le ramificazioni. Un altro albero cresce dentro di loro e sono pronti ad ascoltarlo, ad ascoltarsi. Lì vibra il centro del mondo» [Il sussurro degli alberi. Piccolo miracolario per uomini radice, Ediciclo]

Giona delle sequoie – Disperso fra le sequoie della California: in contemplazione nel cuore pulsante di una nuova identità migrante. Il volume è in preparazione per Bompiani Editore.

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