I nastri di Monsieur Krapp

UNO SPAZIO TEATRALE
Dispacci dal teatro dei nostri giorni

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Entrare in teatro. Scegliersi un posto e sedere. Attendere l’apertura del sipario, o l’entrata in scena degli attori o dell’attore. Le prime parole, i primi gesti, e quelle piccole luci che illuminano un viso, una sedia, una vecchia signora seduta che attende e poi si mette a cantare. Non c’è bisogno di grandi illusioni per credere alla verità che si consuma sul palcoscenico. O negli spazi altri che diverse esperienze teatrali e performative hanno percorso, in questi ultimi cento anni. Non c’è bisogno di luci stroboscopiche, non c’è bisogno di costumi sontuosi, non c’è bisogno di interni barocchi o minimalisti, basta un corpo, basta una voce, basta una storia. E ci vuole almeno uno spettatore. Tutta la magia che serve è racchiusa in questa geografia di segni e convenzioni.

I nastri di Monsieur Krapp è un archivio di riflessioni teatrali seminate da Tiziano Fratus, vecchio amico del teatro. Autore di libri, autore di testi, amico di registi attori e drammaturghi, ma soprattutto appassionato lettore di drammaturgie e spettatore, pur coi propri tanti limiti e difetti, di ogni tipo di spettacolo teatrale e/o performativo. Dopo lunghi anni di assenza, riprende ora, alla soglia dei cinquant’anni, a sbirciare tra i palcoscenici andando a registrare, proprio come faceva il celebre protagonista de L’ultimo nastro di Krapp, capolavoro di Samuel Beckett, le impressioni sbocciate dopo la visione di uno spettacolo o la lettura di un libro o la partecipazione ad eventi e tavole rotonde.

Grazie a coloro che dedicheranno tempo a leggere e/o ad ascoltare quel che qui verrà archiviato.

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Materiali:

>>> Sigla

>>> I nastri

>>> Articoli di cultura teatrale

>>> Biblioteca teatrale minima

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