Umanesimo silvestre o terrestre

UN MOVIMENTO EPOCALE
letterario, artistico, cultura, spirituale

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Quanti libri e quante poesie e quanti richiami e quanti convegni, conferenze, ritiri spirituali, cammini, tavole rotonde, festival, rassegne, antologie, saggi accademici ed esperienze emozionali, dipinti, musiche, canzoni, film, documentari sono stati recentemente dedicati agli alberi, ai boschi, alle foreste, alla natura intesa come potenza rigenerativa e mistero e piacere e radice prima della vita sul pianeta?

Numerosi autori e divulgatori ripetono lo stesso concetto partendo da idee quali naturalità o ritorno ad un’esistenza semplice e più legata o connessa, come spesso di profetizza, ai “ritmi” della natura, non come semplici orpelli utili a favorire semplicemente il turismo, ma come visione del mondo pervasa da un afflato spirituale, e dunque valida singolarmente quanto socialmente, e di fatti si parla spesso di eco-storia, una storia che consideri o addirittura si fonda sul rapporto uomo-natura.

Di fatto, stiamo già vivendo e osservando i frutti culturali di un umanesimo che potremmo dire “silvestre” o, guardando ai diversi ambienti disponibili, addirittura “terrestre”, intriso di spiritualità religiosa, di riferimenti al francescanesimo delle origini, al buddismo zen e alle pratiche d’immersione o bagno di foresta, nonché alla nuova consapevolezza scientifica, alle scoperte enfatizzate dai cavalieri della neuroscienza. Che si tratti di slanci lirici, di consigli per una vita pratica, di auguri al pianeta di poter ospitare finalmente un’umanità più comprensiva e meno aggressiva, eco-responsabile, per quanto lo possano essere otto miliardi e andanti di umani con tutti i propri desideri, il fiume già esiste e ha portata ampia.

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