L’autunno per Eleni

UNO SPETTACOLO
da leggere e ascoltare

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Dall’8 al 17 maggio dell’anno 2002 va in scena in una galleria torinese, Velan, uno spettacolo ad per voce sola, L’autunno per Eleni, un monologo in versi composto scritto da Tiziano Fratus e recitato da Valentina Diana. Resta in scena dieci giorni, raccogliendo un piccolo pubblico di amici e curiosi. Il testo era scritto sulle pareti della galleria entro le quali sedevano gli spettatori.

Il centro d’arte contemporanea VELAN è lieto di ospitare l’installazione-spettacolo L’autunno per Eleni di Tiziano Fratus. Tiziano Fratus conduce una ricerca multidisciplinare sulla scrittura. L’intimità, la quotidianità, il passaggio continuo tra realtà e immaginazione, rappresentano le linee guida della sua ricerca, spinta a invadere diversi codici espressivi: la drammaturgia, la poesia, il teatro, le arti visive. L’autunno per Eleni è uno spettacolo, è una performance poetica, è uno squarcio frammentario nel mondo di Eleni, personaggio che si prepara ad andare in letargo. Lo spazio è una mappatura indiscreta dei pensieri, delle proiezioni, delle piccole manie di Eleni, interpretato dall’attrice e poetessa Valentina Diana. Partendo da una silloge di poesie costruita come la scansione di un mondo interiore costituito di volti invisibili, presenze-assenze, malinconie e ricordi che tornano a sciacquare la superficie irregolare di un presente in divenire, L’autunno per Eleni è spaccato vivido. Lo spettacolo è una performance poetica che prenderà vita in una galleria d’arte contemporanea a Torino, VELAN, sulle cui pareti verranno dipinti i versi di tutto il testo. Si tratta quindi di uno spettacolo che prende vita in uno spazio non convenzionale, che può riprendere vita in fabbricati, cantine, spazi museali.

Lo spettacolo è diviso in tre parti:
– parti del corpo di;
– l’erba sotto il peso delle foglie che cadono;
– Kant si è seduto accanto a me.

Tutte le azioni condurranno Eleni a prepararsi per l’inverno: la donna, nel rammentare fotografie scolpite nelle pieghe del tempo, si sta preparando ad andare in letargo.

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Estratti dalla drammaturgia

Cosa non è l’autunno!

Eleni voleva essere felice.
Non ci è mai riuscita
non l’ha mai capito
il perché

Ma il bello dell’amore
è dopo
quando giaci un po’ su di lei
un po’ accanto a lei.
Indisciplinata
la geometria del corpo
di una donna.
Un capello
ting
cela gli occhi.

Curiosando da fuori
un rospo
ha partorito
l’Odissea.

D’un tratto
mi rassetto più vecchia
che te ne pare?
tra le mani mi ritrovo
capelli
d’argento.

Un uomo
scuro in volto
si è seduto accanto a me.
L’autunno svaniva
Il suo cappello raccoglieva
parole.
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