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DUE MANCIATE DI VERSI PER ZOOM FELTRINELLI
Giangiacomo Feltrinelli ha dato spazio alla poesia dei nostri giorni, uno spazio digitale, cucito a ridosso delle tradizionali collane. Nella collana Zoom Poesia hanno pubblicato diverse voci quali Laura Pugno, Federico Italiano, Tiziano Fratus, Matteo Fantuzzi, Annalisa Teodorani, Alessandra Battaglia, Marosia Castoldi, Davide Sapienza, che sono stati accostati a nomi importanti come Edoardo Sanguineti e classici quali Saffo, Mallarmé, Eliot, Poe, Cvetaeva, Foscolo, Gozzano, Cardicci, Whitman. Fratus ha contibuito con due manciate di versi: Un quaderno di radici e Vergine dei nidi.
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UN QUADERNO DI RADICI
Poesie dallo Studio fiammingo
Editore: Feltrinelli – Collana: Zoom Poesia
Pag. 52, € 3.99 – Isbn 9788858853832
Un quaderno di radici segna il ritorno di Tiziano Fratus alla poesia e al contempo la riapertura di Feltrinelli alla lirica contemporanea. La raccolta offre al lettore un’ampia scansione di temi e composizioni. Poesie dedicate alle grandi figure mancanti nell’esistenza dell’autore, la madre e il padre, ma anche poesie dedicate agli amati alberi e alle foreste, all’officina quotidiana della scrittura, scamiciando le forme più diverse: il poemetto, gli aiku, la poesia vernacolare cucita in un dialetto di matrice lombarda con inserti piemontesi e liguri, una koinè radicale che avvicina il suono della parola e riecheggia il pensiero di asperità tipiche delle terre contadine. Camminamenti fra nebbie e montagne, a caccia delle parole esatte con cui tratteggiare ricordi, proiezioni, miraggi, gatti invisibili e concerti di corvi, fino a quei luoghi che le parole sanno inaugurare e dove, fino a pochi niente prima, non esisteva mondo.
Ne hanno scritto
«Forse il più legato al concetto di paesaggio tra i poeti italiani […] Quello di «radice» è per lui un concetto essenziale, primario, da cui ripartire ogni volta, ma a patto di riconoscere che questo non deve coincidere con un unico punto fermo, quanto rispondere a una visione plurima e sfaccettata del mondo che si osserva e si crea. Questa mobilità di sguardo è evidente nei suoi versi, nei piccoli effetti di straniamento che provocano in chi legge, nei passaggi repentini. L’uomo che guarda è un soggetto che in realtà non esiste più» Roberto Deidier – Ailanto
«Fratus per quella che chiama la sua “poesia ambientale” è l’erede di una tradizione di Waldgänger [coloro che passano al bosco]; Passare al bosco: – scrive Ernst Jünger – dietro questa espressione non si nasconde un idillio. Il lettore si prepari piuttosto a un’escursione perigliosa, non solo fuori dai sentieri tracciati, ma oltre gli stessi confini della meditazione. Se c’è un luogo filosofico, d’altra parte, è il bosco, con i suoi Sentieri interrotti, le Radure, i suoi Claros de bosque… e via di metafore. Come il filosofo e il poeta sa abitare la “grande, intima solitudine” necessaria a ogni scrittura. Una poesia fortemente visiva, anzi: visionaria. Scrivere poesia. Per me è come scattare una fotografia e inciderci dentro alcune parole mentre l’uso del dialetto – una koinè che ibrida il ligure, il bergamasco, il piemontese – nasce dalla nostalgia di una lingua materica, non “scritta”. Di più: nel suo essere Vernacolo c’è anche il no di chi “passa al bosco”, la differenza tra la cultura delle “truppe” intellettuali di città, e la rude dimensione provinciale, appunto vernacolare, che domina il paese fuori delle città… Si passa al bosco per prendersi cura del mondo, perché i suoi maggiori problemi nascono dalla «differenza tra come agisce la natura ed il modo in cui pensano gli uomini”, per prendersi cura delle parole, come d’un sempreverde. E chi passa al bosco qualche volta torna, per in-segnare quello che impara» Lorella Barlaam – Libri sconfinati
«La verità è che non può rinunciare a scrivere poesia, tanto più in questi anni che fa il cercatore d’alberi, bellissima professione, per di più retribuita. Ed è proprio in sintonia con essa che presenta alcune sue poesie creaturali, come lui stesso le ha definite. Hanno il sapore di un certo qual francescano aggiornato e inventivo, che vuol dire essere in prima persona un pellicano che parla di sé, un elefantista che lancia, per empatia, un barrito selvatico, ritenendolo “il miglior modo per iniziare la giornata”; oppure un libro-giardino in cui il lettore per osmosi lascia di sé “qualche ciglia / un pezzetto di naso e striscia di lingua”» Beppe Mariano – Mosaico Italiano
«La poesia di Tiziano Fratus penetra il dettato irregolare di realtà e immaginazione […] L’autore, percorrendo paesaggi alla ricerca di alberi secolari, percorre se stesso […] Quella di Fratus è poetica della “compostezza”, sempre desta» Grazia Calanna – La Sicilia
«La poesia di Fratus si incammina tra la gente con occhi e orecchi alchemici, scientifici capaci di mostrare al lettore più realtà ed esistenze sensibili utilizzando saggezza ed essenziale concentrazione. L’autore si fa carico di accostare il paese/terra e l’uomo/società all’ebbrezza struggente del brivido etico che caratterizza un lavoro poetico coltissimo e puntigliosamente in progress» Rita Pacilio – La Vita Felice
«Fratus “homo radix” è sorprendente nell’uso della parola come degli occhi e del fiuto che ha usato per scovare lungo tutta l’italia gli oltre cento alberi secolari da proteggere e far conoscere. In “Un quaderno di radici” protegge anche la poesia e ne ha cura proprio come di una cosa viva, sempreverde» Simone Di Biasio – Libero De Libero
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>>> Scheda opera nel catalogo Feltrinelli
>>> Un quaderno di radici in Nuovi Argomenti
>>> Videoclip – Autoritratto invernale (0.35 min.)
>>> Videoclip – Conversazioni col vento di sud-est (1.17 min.)
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VERGINE DEI NIDI
Poesie creaturali
Editore: Feltrinelli – Collana: Zoom Poesia
€ 3.99 – Isbn 9788858854969
«Siamo noi i prossimi animali che avranno le ali»
…Chi apre questo libro rischia grosso:
…dai piedi potrebbero spuntare radici,
…dalle mani fronde di carpino o corbezzolo.
…Potrebbe incontrare se stesso, in un sogno,
…o svegliarsi con l’obbligo di discernere
…fra opportunità e verità, a proprio svantaggio.
Cosa esiste di più fragile di un nido, fatto di sputo, di saliva, di rigurgito, di scarti del bosco, ramoscelli, e foglie e gemme e piume, più leggero del vento stesso, ma capace di accogliere la vita, la vita che aspetta di iniziare, la vita che volge e si riavvolge. Vergine dei nidi è la nuova raccolta di poesie di Tiziano Fratus.
«Zoom, marchio digitale di Feltrinelli, presenta due antologie: in Vergine dei nidi tornano le poesie materiche di Tiziano Fratus fra sentieri del tempo e fronde dell’intimo; Matteo Frantuzzi, invece, dipinge in versi avvenimenti e ripercussioni di un evento storico per l’Italia, La stazione di Bologna» Poesie in tasca – Circolo dei Lettori di Torino
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>>> Vergine dei nidi nel catalogo di Feltrinelli
>>> Vergine dei nidi su Interno Poesia
>>> Vergine dei nidi nel blog Poesia della Rai
>>> Vergine dei nidi – Intervista a Zest Letteratura