Documentario Homo Radix

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HOMO RADIX
Appunti per un documentario

Regia di Manuele Cecconello
Testi di Tiziano Fratus
Musiche di Angelo Gilardino
Chitarra di Cristiano Porqueddu
Durata: 14 minuti e 23 secondi

Una produzione Prospettiva Nevskij
http://www.prospettivanevskij.com

© 2012

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Reclamo che il mio peso

venga valutato in radici

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Il documentarista Manuele Cecconello, premiato autore di Sentire l’aria e Olga e il tempo, ha realizzato un filmato che vede protagonista Tiziano Fratus. Si tratta di un breve documento girato nei giorni delle temperature record sotto zero, nel febbraio 2012, quando venti gelidi e nubi cariche di neve hanno trasportato il Nord Ovest e l’Italia in Siberia (si sono registrati i -23 nel cuneese, record in Marsia, -35). Al Parco Burcina di Pollone, nel biellese, ci si è radicati fra i tronchi e le chiome delle cinque sequoie più antiche d’Italia, messe a dimora nel 1848 per celebrare la promulgazione dello Statuto Albertino. Un uomo in cammino, avvolto dal silenzio spettrale di un paesaggio innevato e congelato. Alcuni testi sono tratti da Homo Radix. Appunti per un cercatore di alberi; le riflessioni sono state incise negli spazi della Fondazione Pace Futuro a Villa Piazzo, Pettinengo, che si ringrazia.

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Testo – «Sono un uomo radice. Sono un uomo che si è mosso per cresce­re e dimenticare le prime radici. Sono un uomo che si è sradicato e che ha vagato fino al punto di trovare nuove radici. Sono un uomo che si è fermato per ripartire. Un uomo che ha messo giù nuove radici. Sono un uomo che si è svegliato albero con fronde che si alberano al respiro dei venti, che raccoglie storie trasportate e veicolate da altre creature. Sono un uomo radice che trova gioia e pace nella sua nuova terra. Sono un uomo che ha trovato radici viaggiando nel mondo, un uomo che cerca sempre radici. Sono un uomo radice che circola e tenta di stabilire con­nessioni, e conoscenza, con gli elementi naturali, col paesaggio, con lʼambiente. Sono un uomo che si fa sempre più albe­ro in un paesaggio di alberi che si fanno sempre più uomini. Sono un uomo radice che tollera a fatica lʼinquinamento urbano, la sua confusio­ne, la corsa degli uomini, lʼinquinamento psicologico che riduce ogni forma di conoscenza alla pura utilità, o peggio allʼeccellenza, alla costituzione di una nuova aristocrazia. Sono un uomo che ha imparato ad ascoltare gli alberi e non se ne vergogna affatto. Dʼaltro canto ogni poeta è destinato a farsi albero. Sono un uomo radice e questi appunti sono le mie ghiande, i miei racemi, i miei galbuli, le mie venature».

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Il video è disponibile su YouTube:
>>> http://www.youtube.com/watch?v=qVs5Yd_b1Kk

Anteprima:
Torino, Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino – 21 marzo 2012