Buddismo agreste

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«Domani mattina presto Tiziano Fratus sarà di nuovo seduto a gambe incrociate in riva al lago piccolo di Avigliana, a meditare in muto dialogo con ontani, carpini, noccioli e qualche rara quercia» Pietro Veronese – Il Venerdì di Repubblica

«Tiziano Fratus, colui che ha coniato il concetto di Homo Radix, ha pubblicato per Ediciclo Il sole che nessuno vede. Meditare in natura e ricostruire il mondo […] Ascoltiamo la lunga storia di Tiziano Fratus, ormai da anni si dedica a reimpostare il rapporto fra esseri umani e alberi […] In questo libro si concentra sulla necessità di meditare in natura e ricostruire il mondo, è una chiave di solitudine, anche, o è una chiave, anche, di riconnessione di un tessuto sociale» Loredana Lipperini – Fahrenheit, Rai Radio 3

«All’ascolto, del vento tra gli alberi o della neve che cade dai rami con quei tonfi attutiti che non hanno uguali. C’è un libro che educa all’ascolto di questa straordinaria biblioteca dei rumori. Il sole che nessuno vede di Tiziano Fratus nasce dalla semplice azione di sedersi spalancando le orecchie e il cuore, con la dedizione a cui ci ha abituati l’autore nei confronti di foreste e corsi d’acqua» Stefano Paolo Giussani – Huffington Post

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UNA PRATICA
seminale e quotidiana

Amici del Dharma, siate soddisfatti della vostra testa.
Non metteteci sopra un’altra falsa testa.
Minuto per minuto, prestate attenzione ai vostri passi.
Nyogen Senzaki (1876-1958)
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Tiziano Fratus abita in Valsangone in una casa ai margini del bosco. Qui ha cucito i margini di un piccolo mondo fra la carta e la corteccia, un eremo delle radici o Ne-an, dove ascoltare le voci di Madre Natura, meditare, camminare nei boschi e scrivere. Praticare la propria via silvatica e talora solitaria nello zen. La meditazione è una pratica antica, in ogni parte del mondo la comunicazione con le energie che governano il mondo e la ricerca di una visione profonda e vasta hanno generato forme di contemplazione e meditazione. Nella nostra modernità la meditazione è diventata anche una forma di rieducazione, un medicamento che si sperimenta per compensare gli squilibri e le tensioni del vivere. Emozioni e stati d’animo quali dolore, perdita, tradimento, impotenza, fallimento, inadeguatezza, rovina, autocommiserazione, sono ingredienti che appartengono alla vita e ogni individuo cerca di fronteggiarli; meditare è una pratica che può risultare utile per chiarire, per alleggerire e snervare, per disincagliarci da quell’io inventato a cui costantemente ci chiamiamo e ritorniamo.

Buddismo agreste o pastorale (s. m.) – Esperienze e pratiche che si nutrono di principi buddisti e si sviluppano in ambienti agresti o montani, in spazi all’aperto quali boschi, foreste, campagne o riserve naturali.

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Nutrimenti: ideali, concreti, spirituali.La meditazione non è una “medicina naturale”, non è per nulla spontanea; al contrario essa richiede dedizione, impegno, continuità, inizialmente non c’è nulla di naturale nell’azione di un uomo che si astrae dal corso della vita e si inginocchia, si raccoglie per non pensare, ben scrive Charlotte Joko Beck in Zen quotidiano (Everyday Zen, 1989): «Di solito non passa un minuto che incominciamo a pensare. Il nostro interesse a stare con la realtà è molto scarso […] Preferiamo pensare.» Spesso si intende la meditazione come una pratica per valorizzare gli aspetti eventualmente positivi e bonari del proprio carattere, ma è un approccio intellettuale; la meditazione non sposa idee, la meditazione purifica, svuota, conduce oltre, affina, restituisce alla propria natura. «Sedere è essenzialmente uno spazio semplificato» dice la Joko Beck, o come ha scritto il padre frappista e poeta Thomas Merton, «La contemplazione non è visione, perché vede senza vedere e conosce senza conoscere» (da Semi di contemplazione).

La scuola delle radici – Confronto quotidiano coi maestri.

Secondo Eihei Dogen (1200-1253), contemporaneo giapponese dei nostri San Francesco e Santa Chiara, meditare conduce a “pensare il non pensiero“. Si lavora in se stessi, si interrompono «le scorrerie del mondo su di noi» (Manlio Sgalambro, Del pensare breve), si vigila, si riequilibra, si abbraccia la solitudine e l’ascolto, «quel nostro silenzio stupefatto che è la preghiera vera» (l’eremita Adriana Zarri, 1919-2010). Si opera per ritornare a quello stato di “non-nascita” o “mai-nato” (fu-sho), insegnato nella sua perigliosa esistenza da un altro importante maestro zen, Yotaku Bankei (1622-1693), fino a raggiungere quella condizione nella quale «le due inclinazioni verso la finitezza e l’infinito sono diventate indistinte nella mia mente» (altro capisaldo del percorso zen, il maestro Hakuin Ekaku, 1685-1769, lo scrive nel 1557 in Yasenkanna). Linji (vissuto nel IX sec.), fondatore di una scuola che prende il suo nome, ci ricorda che «non c’è Budda, non ci sono esseri viventi, non c’è passato, non c’è l’adesso. Se vuoi prenderlo, l’hai già preso: non è qualcosa che richieda del tempo. Non c’è nessuna pratica religiosa, nessuna illuminazione, niente da conquistare, niente da perdere […] Ciò che conta è questo momento presente.» Si procede quindi «oltre le parole, oltre il silenzio» (Daito Kokushi, 1282-1337). Vivere nello zen è ritornare al bambino che c’era ancora prima del concepimento dei propri genitori.

In ritiro fra le Dolomiti – In meditazione fra i cembri secolari della foresta di Lerosa.

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«Quando cammino mi piace tenere in mano una pigna, un pezzo di corteccia o della terra sfarinata. Mi mette in comunione col paesaggio e con la Madre Terra. Talvolta mi basta allungare lo sguardo nella pineta del mio minuscolo Monte Tai (Tai Shan), sul San Giorgio, nel torinese, a mezz’ora d’auto da casa, per quietare i demoni e le tensioni che mi snervano da ore. Per me non esiste medicina più rapida ed efficace. Dove mi incammino, nella compagnia degli alberi, si erge maestoso e invisibile, il Tempio delle Radici, ove mi appresto a camminare, a meditare, ad osservare, a riflettere. Ogni giorno dedico almeno un’ora a questa scuola dei semi e delle foglie. Scavare in profondità e ammansire la chimera della leggerezza» Da Il sole che nessuno vede

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FOGLIE E SEMI
di un percorso silenzioso

L’insegnamento del Budda è così semplice:
quando hai fame mangia, quando hai sete bevi,
quando hai freddo avvolgiti in un mantello caldo.
Gudo Toshoku (1577-1661)

La meditazione in natura è parte radicante del percorso spirituale che un monaco o un eremita scelgono di abbracciare. Lo dimostrano la storia della fondazione di ordini oramai millenari e plurisecolari, nel solco di  tradizioni spirituali e religiose: in seno al Cristianesimo, in seno al buddismo, in seno al taoismo. Conosciamo la pratica dei monaci e degli eremiti che si rifugiavano sulle montagne cinesi, testimoniate dalle poesie dei classici Han Shan (Montagna Fredda) e Shih Wu (Casa di pietra), nonchè dal Tao Te Ching di Lao-zi che scriveva delle sue meditazioni in un tempio sulle montagne Zhongnan. In tempi più vicini a noi non possiamo non ricordare i templi dei monaci delle Foreste, nel cuore della Tailandia, la meditazione camminata del Plum Village, la meditazione “appenninica” praticata dai seguaci della Vipassana, qui in Italia, o la meditazione “mediterranea” conseguita da Duccio Demetrio e l’Accademia del Silenzio.

La meditazione in natura è una porta d’accesso ad una spiritualità profonda e intensa, percorribile da chiunque, laici o non, per tutti coloro coabitano fra i due mondi, il mondo delle esigenze quotidiane ed il mondo di meditazione e studio. Di questa difficile convivenza hanno già sperimentato almeno due generazioni di studiosi e praticanti italiani, di cui si può leggere in un libro esplorativo, che consiglio: Lo Zen in Italia, a cura di Carlo Tetsugen Serra e Jacopo Daie Milano, pp. 244, Xenia edizioni. Altri testi utili li potete scegliere nella pagina Lo scaffale buddista, selezione di oltre trecento opere, moltissime in lingua inglese, alcune in lingua italiana.

Fra i pionieri del buddismo italiano figurano oltre a Luigi Mario Engaku Taino (1938), Ferdinando Nason Ryusui Zensen (1943), Carlo Vittorio Penso Hakuun (1935-2016), Fausto Taiten Guareschi (1949), Ezio Tenryu Zanin (1949), Roberto Kengaku Pinciara (1949), Giuseppe Jiso Forzani (1949), Massimo Daido Strumia (1950-2010), Mauricio Yushin Marassi (1950), Rosa Myoen Raya (1950), Mario Fatibene Nanmon (1950), Lucio Yushin Morra (1952), Carlo Tetsugen Serra (1953), Anna Maria Iten Shinnyo Marradi (1953), Emanuela Dosan Losi (1954), Massimo Shido Squilloni (1955) e molti altri. Dopo periodi di severa disciplina e formazione in Giappone o in Francia, questi monaci sono rientrati in Italia e hanno fondato centri, templi, monasteri. Ciascuno ovviamente a proprio modo, ed oggi, in questo primo lembo di terzo millennio, anche in Italia dōjō e zendo proliferano in città, piccoli comuni e cascinali di provincia.

Il buddismo attraversa il mondo con la lentezza di un elefante, un Pulcino elefante di T.F.

Studio della fondazione dello zen in Giappone.
Hakuin: il grande maestro di Hara, riformatore della scuola Rinzai.

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BUDDISMO VERDE

I riti e la musica dei boschi sono senza tempo.
Shihwu (1272-1352)

La meditazione in natura può anche rappresentare un campo di studio ed espressione, come risulta evidente negli Stati Uniti, laddove accademici e studiosi di ecologia, ecosofia, nature writing ed ecocritica, hanno sposato una ricerca spirituale ed intellettuale in ambito buddista, fermentando esperienze di “ecologia spirituale (spiritual ecology)”, “mindfulness verde (green mindfulness)”, “buddismo verde (green buddhism)”, “ambientalismo buddista (buddhist environmentalism)” o “ecodharma“. Alla radice di tali esplorazioni fra natura e ricerca spirituale vi sono diversi esempi, ma, in ambito zen, ha avuto una certa rilevanza quel che viene denominato il “sutra delle montagne e dei fiumi”, quel Sansui Kyo di Dogen, capitolo dello Shobogenzo, studiato da molti grandi maestri, e attorno al quale è sbocciato il Mountains and Rivers Order, fondato da John Daido Loori e proseguito da Boonie Myotai Treace, autrice di un interessante libro, Moon Winter, e a sua volta fautrice, in Nord Carolina, dell’Hermitage Heart: «Il primo passo è / sedersi con se stessi. / Incontrare l’istante, / spezzare l’abitudine di scappar via. / L’Hermitage Heart Zen insegna / come contemplare / così come sostenersi / a lungo sul sentiero».

Se nella montagna
il mio cuore
corre dietro ai sogni,
li disperde subito
il rumore del vento
Saigyō (1118-1190)

Oltre alla diffusione di centri zen in quasi tutte le grandi città nordamericane, nel corso dell’ultimo mezzo secolo sono stati fondati templi fra le montagne, a partire dal Tassajara Zen Mountain Center (1967), nella Los Padres National Forest, a cui sono seguiti la Shasta Abbey (1970), ai piedi dell’incontaminato Monte Shasta, il Mount Baldy Zen Center (1971), nell’Angeles National Forest, il Green Gulch Farm Zen Center (1972), a Muir Beech, il Sonoma Mountain Zen Center (1973), nell’omonima contea californiana, il Dai Bosatsu Zendo Kongo-ji (1976) e lo Zen Mountain Monastery (1980), sui Monti Catskill, lungo la cresta degli Appalachi.

Di queste esperienze e nuovi approcci ne hanno scritto diversi autori, fra i quali Stephanie Kaza (autrice anche di uno splendido Conversations with Trees, opera gemella delle dendrosofie e dei silvari di T.F.), Joanna Macy, David R. Loy, quest’ultimo anima del Rocky Mountain Ecodharma Retreat Center in Colorado, il cui manifesto filosofico recita quanto segue: «Riportiamo il buddismo e il Dharma nel mondo naturale da dove si sono originati, e facendo così, recuperiamo la connessione e l’energia necessaria per indirizzare efficacemente le crisi ecologica e sociale».

Nondimeno i maestri italiani hanno fin dalla fondazione delle proprie esperienze tratto ampio nutrimento dal rapporto con la natura e la campagna, come testimoniano le esperienze del zen rinzai di Scaramuccia o lo zen soto di Fudenji.

Orchestra dei semi e delle radici: in meditazione silenziosa fra grandi cortecce secolari.
Orchestra dei semi e delle radici: Daito, la raccolta di koan di Mumon e altri testi fondativi.

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Zen atque natura matres sunt
Meditare come un albero

Se si pratica zazen
sui ponti delle strade,
le persone che vanno e vengono
sembrano alberi d’una montagna lontana.
Daito Kokushi

Tiziano Fratus è una minuscola pianticella nel vasto e fitto bosco dello zen, quotidianamente intreccia le radici della natura e della meditazione. Sebbene il suo vasto maestro sia stato e resti, di giorno in giorno, il bosco, la sua pratica quotidiana fa tesoro degli insegnamenti di figure eminenti delle due principali scuole, la Linji/Rinzai e la Caodong/Soto, articolatesi nelle venticinque generazioni di maestri ch’an e negli ultimi otto secoli di esperienze e idee in Giappone, con particolare interesse per i lasciti di monaci quali Mumon Ekai, Eihei Dogen, Shinchi Kakushin, Daito Kokushi, Kanzan Egen, Jakushitsu Genko, Muso Soseki, Tokusho Bassui, Ikkyu Sojun, Yotaku Bankei, Gudo Toshoku, Shido Munan, Hakuin Ekaku, Baisao, Hara Tanzan, Kodo Sawaki, Sodo Yokoyama, Nyogen Senzaki, Soen Nakagawa e il coreano Hyobong, senza dimenticare gli sviluppi accademici contemporanei, si pensi ad esempio alla Scuola di Kyoto (Kitaro Nishida, Keiji Nishitani, Hisamatsu e Masao Abe), all’approccio occidentale di studiosi come Eugen Herrigel, Alan Watts, Thomas Merton e Jacques Brosse. Ai testi basilari della cultura buddista si alternano approfondimenti del misticismo cristiano, dal primo francescanesimo ad Adriana Zarri. 

Quando un monaco zen scrive la parola “rugiada”, non si riferisce al fenomeno naturale, ma a una rivelazione diretta. Nulla più è nascosto, in nessun luogo. La verità rivelata in tutte le cose. Il Budda rivelato in tutte le cose. Il Dharma rivelato in tutte le cose. Soko Morinaga (1925-1995)

Dal concetto-seme di Homo Radix, ricerca di un’identità migrande e naturale, sono conseguiti la disciplina della Dendrosofia e una pratica meditativa e spirituale di buddismo zen – silvano, silvatico, boscoso – di cui Fratus si è divertito ad abbozzare una sorta di definizione: Silvo o Eco buddismo – s. m. [dal lat. selva, bosco, dal greco oikos, casa, ambiente] – Pratica di meditazione nei boschi, ispirata agli insegnamenti di maestri buddisti; essa si articola in esercizi di meditazione seduta (zazen) e cammino meditato o meditazione camminata, a cui possono seguire letture di classici del genere e di altre forme di spiritualità, nonché scrittura di poesie. Si esercitata preferibilmente nelle foreste di montagna o nei boschi delle campagne, nondimeno negli arboreti e nei parchi pubblici o privati delle città.

Lungo il percorso di meditazione e raccogliemento sono sbocciati il concetto di Bosco itinerante, espresso in una poesia che potete leggere fra le radici per un ritratto in versi, la semina di un minuscolo eremitaggio, Ne-an (Eremo delle radici) e gli incontri dell’Orchestra dei semi e delle radici / I tessitori di foreste. Il percorso del buddismo e del buddismo zen è costantemente in dialogo con gli alberi e il bosco, come dimostrano episodi ed idee percorse da figura capitali, quali Siddharta Gautama, Bodhidharma, Shishuang Qingzhu, Hongzhi Zhengjue, Tiantong Rujing, e pratiche quali l’”illuminazione silenziosa”, radice della meditazione poi perfezionata da Dogen e dalla scuola Soto Zen. Si legga qui un articolo relativo di approfondimento:
>>> https://www.zestletteraturasostenibile.com/budda-nel-bosco-meditare-come-un-albero-tiziano-fratus/

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SUTRA DEGLI ALBERI
Un libro

Non sgombro di periodi di vibrante incertezza e sconforto, negli ultimi anni Fratus ha dedicato diversi scritti ad una ricerca spirituale, dapprima confrontandosi con la cultura cristiana, quindi aprendosi al buddismo. Due i volumi che ne hanno trattato: Il sole che nessuno vede. Meditare in natura e ricostruire il mondo, pubblicato nel 2016 da Ediciclo Editore ed Interrestràre. Quaderno di meditazioni, edito nel 2019 dalle Edizioni Lindau. La pratica meditativa ne innervato la scrittura, come è evidente in opere quali Giona delle sequoie (Bompiani), Alberi millenari d’Italia (Gribaudo), Un quaderno di radici (Feltrinelli), Poesie creaturali (Libreria della Natura) e Sogni di un disegnatore di fiori di ciliegio (Aboca). Nell’arco degli ultimi anni, purtroppo caratterizzati dalla pandemia, Fratus ha composto un ciclo di appunti e boschi miniati, raccolti in quaderni sono confluiti nel silvario spirituale Sutra degli alberi (Piano B).
>>> Sutra degli alberi, la poesia >>> Sutra degli alberi, il silvario

 

Il lento passo dei patriarchi. L’esempio di Kodo Sawaki, riformatore in età moderna.
Invernare – Meditazione in versi, da Poesie creaturali.
Il sole che nessuno vede – Testo dedicato alla via della meditazione in natura.

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News

Nuove meditazioni nei boschi, nuove germinazioni. Il 2023 ha offerto diverse occasioni per meditare in selva e in natura, pensare, riflettere e disegnare nuove foreste. Il nuovo anno ne offrirà altre. Buone meditazioni a tutte e a tutti voi.

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Il Circolo de Lettori di Torino organizza un Gruppo di Lettura aperto a tutti, condotto da Tiziano Fratus e dal titolo Sutra degli alberi, partendo dai temi affrontati dall’omonimo silvario. Quattro incontri dalle 19 alle 20 13, 20 e 27 ottobre, 3 novembre. «Sutra degli alberi – consegne alla terra. Quattro appuntamenti, ogni sera una venatura, Tiziano Fratus invita a coltivare il silenzio, ascoltando insieme il silenzio degli alberi» (Il Libraio) “Posso dire di essermi innamorato di un buddismo piccolo piccolo, al limite dell’innavertibile, un buddismo che non è ancora il Buddismo, o il Buddismo Zen, tantomeno il Buddismo Zen di scuola X o Y. D’altro canto non dimentichiamo che il Ch’an, la radice dello Zen, nasce sulle montagne della Cina, prima di scuole ed etichette, tra i sassi, tra le grotte, in piccoli eremi spartani, coltivando il silenzio. Sediamoci insieme, meditiamo insieme, ascoltiamo insieme il silenzio degli alberi, il mormorio dei ruscelli, il canto degli uccelli, il variegato e ostinato pulsare degli astri in una notte limpida, prepariamoci a fare quel che fanno le stelle cadenti. Poiché l’uomo che s’inoltra in natura capisce da solo, un’esperienza dopo l’altra, una stagione della propria vita dopo l’altra, che la vita non ha una direzione obbligata, che tutto – a partire dal tempo che ci è dato, dalle energie che giostriamo, dai desideri e dai limiti con i quali ci forgiamo e misuriamo – è un dono senza un senso preciso: siamo la vita che decidiamo di indossare e siamo parte del tessuto vivente che ricopre il pianeta.” TF

Programma e modalità di iscrizione https://torino.circololettori.it/attivita/gruppi-lettura/

Contatti Telefono (011 89.04.401) Email (info@circololettori.it)

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La rivista Buddhismo, emanazione dell’Unione Buddhista Italiana, ospita un saggio di Tiziano Fratus dal titolo Tra i grandi alberi. Potete sfogliare la rivista direttamente sul sito dedicato al magazine, o richiederne copia cartacea. Vi auguriamo una buona lettura! >>> Buddhismo Magazine, Tra i grandi alberi, pp 36-42

E’ disponibile il primo numero del bollettino trimestrale Il tessitore di foreste – Dispacci Zen. Gennaio-marzo 2022. Contenuti: Un saluto tra le primule, Il saggio / L’airone centenario. Xuyun, Notizie editoriali, Notizie dai centri Zen e dall’altrove. Per battezzare questa esperienza ho scelto una delle più robuste voci del buddismo cinese moderno, Xuyun, ovvero Deqing Yangche (1840-1959), il monaco capace di stemperare gli scossoni che hanno attraversato il suo paese dall’era imperiale al nuovo corso comunista, nonché colui che ha rivitalizzato le cinque grandi scuole classiche del Ch’an, la sua stessa biografia è diventata quasi leggenda. Conosceremo alcune sue poesie, una rarità poco nota ma che mostra come Xuyun sia stato anche un valente artigiano delle parole. Buona lettura. https://homoradixnew.files.wordpress.com/2022/02/tdf_01_2022_bollettino.pdf

Fiorisce nelle librerie il saggio Ecodharma. Insegnamenti buddhisti per affrontare la crisi ecologica di David R. Loy, edizioni Ubiliber. Traduzione di Andrea Libero Carbone e postfazione (I Buddha dei nostri tempi vanno nel bosco e ogni tanto protestano) di Tiziano Fratus. Ecco la presentazione: «Ecodharma è la risposta buddhista alla crisi ambientale, la più grande sfida che l’umanità si sia mai trovata ad affrontare: una crisi che è anche spirituale. Unendo le diffuse preoccupazioni ecologiche (eco) con gli insegnamenti del buddhismo (Dharma), l’autore sottolinea come per sviluppare una visione risolutiva sia necessario fondere lo sviluppo della consapevolezza interiore con l’impegno eco-sociale. È sufficiente entrare in un bosco per riscoprire la connessione con la natura e senza troppe elucubrazioni mentali ci si rende conto che il mondo non è un insieme utilitaristico di cose separate, ma una confluenza di processi naturali che includono l’intera umanità. In queste potenti pagine il noto filosofo buddhista David Loy espone come la saggezza buddhista possa ispirare a guarire il mondo che si condivide, stimolando il lettore a sviluppare una mente ecologica, e come sia necessario tradurre queste idee in azioni impegnate.» https://www.amazon.it/Ecodharma-edizione-italiana-Insegnamenti-affrontare-ebook/dp/B09QK4LKPZ/

Nuove meditazioni in selva si sono manifestate in diversi punti del paesaggio italiano: dai boschi della Valmalenco a quelli del lecchese, dal Gran Paradiso al Canavese per Torino Spiritualità, e poi anche nei giardini di città, come la Biblioteca degli alberi a Milano, il Parco del Valentino a Torino, il Parco Le Cascine a Firenze, i Giardini Margherita a Bologna, i giardini della Reggia Reale di Monza. Si ringraziano tutti coloro che hanno organizzato, promosso e partecipato.

Martedì 10 agosto va in onda la ventiseiesima e ultima puntata di Eremo delle rose e delle radici, chiusura della trasmissione radiofonica condotta da Tiziano Fratus per Radio Francigena; abbiamo ascoltato tanti praticanti zen italiani, un exscursus fra maestri fondatori, allievi divenuti abati e guide spirituali, monaci e monache, eremiti. Ringraziamo i numeri ascoltatori che ci hanno seguito ricordando che tutte le puntate sono disponibili in podcast, e ringraziamo in anticipo tutti coloro che ci ascolteranno in futuro. https://studiohomoradix.com/eremo-delle-rose-e-delle-radici/

Riprende dopo una pausa di un mese la trasmissione Eremo delle rose e delle radici sulle frequenze di Radio Francigena: ascolteremo la voce di nuovi monaci e nuove monache del buddismo Zen italiano. Buon ascolto. https://studiohomoradix.com/eremo-delle-rose-e-delle-radici/

In attesa dell’arrivo dell’estate di questo difficoltoso e doloroso 2021, abbiamo immaginato una nuova esperienza che abbiamo intitolato Il tessitore di foreste, di cui potete scaricare una presentazione. Si tratta di un percorso che unisce meditazione, cammino, ascolto, natura e scrittura e si rivolge agli enti e ai festival interessati. Confidiamo in un’estate aperta e piena di nuovi incontri!

Da martedì 19 gennaio Tiziano Fratus torna sulle frequenze di Radio Francigena. Dopo le tre stagioni in qualità di autore e voce del programma Nova Silva Philosophica – La grandiosità della natura, Fratus inaugura Eremo delle rose e delle radici – In cammino fra le voci dello zen italiano, in onda ogni martedì alle ore 21 e quindi in podcast. Appuntamento settimanale con letture di brani, presentazioni di libri e interviste a monaci, studiosi, praticanti buddisti. Buon ascolto!
https://studiohomoradix.com/eremo-delle-rose-e-delle-radici/

E’ uscito il numero zero di Gart Magazine, promosso da Gart – GardenArt di Roma. Ottanta pagine di poesia, racconti, articoli, opere d’arte. Hanno partecipato filosofi, scrittori, poeti, artisti, educatori, operatori culturali, collezionisti, critici d’arte: Giosuè Allegrini, Laura Anfuso, Ilaria Bianchini, Mariagrazia Bianchini, Alberta Campitelli, Teresa Cicero, Giusy Cinquanta, Giovanna D’Amato, Annamaria Gyoetsu Epifanìa, Renée Fabbiocchi, Tiziano Fratus, Laura Fusco, Evandro Gabrieli, Maria Paola Gargiulo, Mary Gioffrè, Lucia Giovannini, Caterina Greppi, Robert James Hanrahan, Doriana Incitti, Rosa Veronica Leccese, Ruggero Maggi, Lia Malfermoni, Valerio Marini, Maria Montecalvo, Tommaso Notarangelo, Elisabetta Pagnani, Giuseppe Paliotta, Katia Paoletti, Maurizio Perissinotto, Miriam Pizza, Renato Reggiani, Manuela Scannavini, Alefes Silva, Diana Tedoldi, Alice Valente Visco. Illustrazione di copertina di Alefes Silva. Tiziano Fratus è presente con il bosco miniato Adorazione dell’istante, tratto da Sogni di un disegnatore di fiori di ciliegio (Aboca). Si può ordinare una copia (€ 15) contattanto la redazione all’email: redazionegart@gmail.com.

Due passi con l’eremita errabondo Jakushitsu Genko (1290-1367), poeta, calligrafo, e al fine della vita, primo abate del tempio montano Eigenji, oggi noto anche per la collezione di aceri che in autunno si infamma. Tiziano Fratus ha tradotto una selezione delle sue poesie. Qui il link:
https://www.zestletteraturasostenibile.com/budda-i-semi-del-monaco-errabondo-jakushitsu-genko/

Incontriamo il maestro e poeta Muso Soseki (1275-1351), figura di rilievo della cultura spirituale e letteraria giapponese. Le sue poesie sono fra le più alte del patrimonio zen nipponico, Tiziano Fratus ne ha tradotte nove in italiano. Come le altre due precedenti parti, Budda nel bosco lo trovate su ZEST – Letteratura Sostenibile. Buona lettura!
https://www.zestletteraturasostenibile.com/budda-le-poesie-eremitiche-di-muso-soseki-tiziano-fratus/

Orchestra dei semi e delle radici, nuovi incontri col pubblico – Nonostante le difficoltà e la paura causate dalla pandemia da covid-19, si è riusciti a cucire una serie di incontri, “seminari di boschese” dedicati all’ascolto della natura – “orchestra dei semi e della radici, delle foglie e delle cortecce” – e alla meditazione zen nei boschi, nonché presentazioni delle opere pubblicate, lettura di poesie. Si è aperto a Ceresole Reale nel meraviglioso Parco Nazionale del Gran Paradiso e si è proseguito alla Triennale di Milano, al Parco dell’Adamello in Val Camonica, in Valchiusella per Cinemambiente, Passaggi Festival a Fano, le le seguitissime Passeggiate Spirituali che anticipiano Torino Spiritualità e la giornata mondiale del turismo fra gli alberi di Ravenna. Vi aspettiamo.
https://studiohomoradix.com/eremo-delle-radici/

Sono disponibili due interventi composti da Tiziano Fratus per il portale ZEST – Letteratura Sostenibile: Meditare come un albero, percorso fra alcuni grandi maestri del buddismo e del buddismo zen alla ricerca di un rapporto speciale con l’albero.
>>> https://www.zestletteraturasostenibile.com/budda-nel-bosco-meditare-come-un-albero-tiziano-fratus/
E Poemi di montagna, dedicato a Shiwu o Shihwu (1272-1352), Casa di Pietra (dal nome di una caverna), maestro buddista ed eremita cinese al tempo della dinastia mongola Yuan, fondata dal condottiero Kublai Khan. Figura di rilievo della tradizione chanista / zenista, è stato anche poeta e ha lasciato 184 componimenti memorabili, tanto che il suo traduttore in lingua inglese, Red Pine (alias Bill Porter, viaggiatore, buddista, traduttore e autore americano), lo ha definito «il più grande di tutti i poeti buddisti cinesi.» Tiziano Fratus restituisce in lingua italiana una serie di sue poesie.
>>> https://www.zestletteraturasostenibile.com/budda-nel-bosco-componimenti-montani-di-un-eremita-cinese-del-xiv-secolo-di-tiziano-fratus/

Riflessioni a parte di una lettura di poesie buddiste. E’ uscito un video di 9 minuti nel quale Tiziano Fratus riflette a proposito della sua pratica quotidiana di meditazione innanzi ad un Budda legnoso (una sezione di sequoia vissuta a Merano fra il 1890 ed il 2015) e legge le poesie incluse nell’antologia Dal sottovuoto. Poesie assetate d’aria, pubblicata da Samuele Editore, confronto aperto sul tema dell’isolamento. Fra i poeti che hanno aderito Franco Arminio, Maria Borio, Franco Buffoni, Anna Maria Carpi, Maurizio Cucchi, Tiziano Fratus, Giovanna Frene, Franca Mancinelli, Umberto Piersanti, Gabriella Sica, Luigia Sorrentino, Mary Barbara Tolusso, Mariagiorgia Ulbar, Gian Mario Villalta.
>>> Dal sottovuoto – Antologia poetica a cura di Matteo Bianchi

Come ogni anno il 21 marzo si celebra la Giornata Mondiale della Poesia. Per l’occasione Tiziano Fratus ha inciso un breve oratorio di parole, silenzi e suoni dal titolo Budda nel bosco. Si tratta di un ciclo di sei componimenti silvobuddisti della durata complessiva di 6 minuti e 43 secondi. Buon ascolto!
>>> Ascolta Budda nel bosco – Oratorio di parole, silenzi e suoni

Piccoli atti di dendrosofia e silvobuddismo, ringraziamento e restituzione a Madre Natura. Letture private e intime di Tiziano Fratus fra i boschi e ai piedi di grandi alberi ultrasecolari.

Il 30 novembre e 1 dicembre 2019 ha avuto luogo una due giorni di immersione letteraria, poetica e spirituale con Tiziano Fratus, presso il Centro Zen Anshin di Roma, i cui membri fondatori e amici si ringraziano di cuore.

Interrestràre è una collezione di meditazioni: meditazioni in versi e meditazioni in prosa, meditazioni in natura e meditazioni nell’antico.
Voce del verbo interrestràre: crasi delle parole incanto, terrestre, camminare e meditare; azione che produce un sentimento di meraviglia, perlustrare una valle, una foresta, un’isola remota, un luogo colmo di bellezza e inattesa selvatichezza.
L’opera è da poche settimane in libreria, è stata pubblicata nella collana Senza frontiere da Lindau, editore che ospita nel proprio catalogo figure quali Thomas Merton, H. D. Thoreau, Adriana Zarri, Alan Watts, Abbé Pierre, Anselm Gruen, Thich Nhat Hahn, Cristiana Dobner, Natsume Soseki e molti altri.
In copertina un’immagine dell’oasi delle cascate Kot a San Leonardo (UD).

Lo scorso giugno si è svolto il primo ritiro dendrosofico al Convento dei Frati Cappuccini di Monterosso al Mare, nel territorio del Parco Nazionale delle Cinque Terre. Due giorni, consegna di poesie in Domus respirandi, conferenza sui grandi alberi, meditazione all’alba e passeggiata dendrosofica. Si ringraziano Alberto Cipelli, Padre Renato e tutti i partecipanti.
>>> Sorella foresta e fratello albero – Il programma
>>> Homo Radix Fratus va in convento – TuttoMilano de La Repubblica

Leggi inoltre

La procreazione del boscoAtti di dendrosofia in natura
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Il libro – Il sole che nessuno vede. Meditare in natura e ricostruire il mondo di Tiziano Fratus, collana Ossigeno, Ediciclo Editore
>>> https://studiohomoradix.com/il-sole-che-nessuno-vede/

Sentiero Dogen – La poesia e il pensiero di Eihei Dogen Zenji, fondatore della scuola Soto Zen
>>> https://studiohomoradix.com/dogen-poesie/

La gatta di Dogen, ovvero l’intrusa… (sì ma sei tu che occupi il mio tappettino)

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