Teatro

Un teatro di parole e gesti
tra poesia, natura e ritualità
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Negli anni in cui i giovani si consumano studiando libri e passando esami all’università, Tiziano Fratus li ha passati tra piccoli teatro in giro per l’Italia, a conoscere le diverse forme di drammaturgia e teatralità attive in Italia a cavallo dei due millenni. In anni in cui il teatro muoveva la sua piccola rivoluzione con nuove compagnie, così come celebrato da festival quali Teatri 90 di Antonio Calbi a Milano o Infinito di Gianni Colosimo a Torino, tra eredità che si andavano affievolendo e nuove forme, la scrittura teatrale ritrovava vigore con una nuova generazione, sia in Italia che nel resto d’Europa. Erano gli anni dei Nuovi arrabbiati inglesi, dei nuovi tedeschi, Jon Fosse iniziava a farsi conoscere, grazie anzitutto alle mese in scena del Royal Couth Theatre di Londra, punto di riferimento del tempo, di nuove drammaturgie che fiorivano in tutti i paesi, dall’Est Europa al Portogallo, dalla Grecia all’Olanda, dalla Polonia alla Svizzera, dalla Francia alla Spagna alla Scozia e così via. In Italia emersero figure come Fausto Paravidino e Letizia Russo, narratori come Ascanio Celestini e Davide Enia, e molti altri. Questa è stata, per alcuni anni, l’università di Tiziano Fratus. In quegli anni si strinsero amicizie con Antonio Tarantino, Franco Scaldati, Mariangela Gualtieri, al tempo ancora e soprattutto attrice-autrice del Teatro della Valdoca, e molti altri protagonisti del teatro italiano.

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Libri

Le prime pubblicazioni di Tiziano Fratus sono dedicate al teatro, due volumi a cura di Editoria & Spettacolo: Lo spazio aperto, un libro di conversazioni con artisti, attori e  registi, Studi per esseri umani, una raccolta di pieces del drammaturgo danese Peter Asmussen, noto per essere lo sceneggiatorte del celebre film Le onde del destino di Lars von Trier. Ma anche contributi ad altri volumi, recensioni sul portale aTeatro, la collaborazione con compagnie e il Centro Nazionale di Drammaturgia Contemporanea di Milano, nonché diverse conferenze. 

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L’autunno per Eleni

Dall’8 al 17 maggio dell’anno 2002 va in scena in una galleria torinese, Velan, uno spettacolo per voce sola, L’autunno per Eleni, monologo in versi composto da Tiziano Fratus e recitato da Valentina Diana. Resta in scena dieci giorni, raccogliendo un piccolo pubblico di amici e curiosi. Il testo era scritto sulle pareti della galleria entro le quali sedevano gli spettatori.

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Altri spettacoli

Altri testi di Tiziano Fratus sono stati portati in scena in diversi festival e occasioni, collaborando con registi, compagnie e col Teatro Stabile di Torino.

Archivio del Teatro Stabile di Torino

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Per un teatro anatomico e poetico

Un corpo e una stanza,
una sorgente e semi da viaggio.
Silenzio, respiro, poesia.
Due spettatori e un poeta,
venti minuti di letture: minimo
teatro d’ascolto e condivisione.

.Che cosa vuol dire oggi accompagnare la poesia al cuore e all’attenzione del lettore? Esiste un lettore generico e onnivoro capace di accogliere i romanzi mainstream quanto le ricerche linguistiche più ardite e complesse? Alcuni anni fa, prima del covid, Fratus ha deciso di mettersi alla prova, confezionando una serie di occasioni per misurare il valore e la tenuta del proprio comporre poesie con l’ascolto diretto di lettori e appassionati di poesia. Venne imbastita un’esperienza che ha chiamato Domus respirandi – La stanza delle consegne, sposando la pratica della meditazione e l’officina poetica e rivitalizzando una forma di teatro anatomico, vis-à-vis, modalità che prevede la voce (l’attore/la scena/il demiurgo, o in questo caso la semplice corporeità del poeta) di fronte ad uno o due singoli spettatori alla volta. Uno spazio quindi contenuto e spoglio ospita tre seggiole: una destinata al poeta, due ai visitatori. Quando questi ultimi entrano, il poeta li accoglie, un minuto di silenzio, si porge un foglio con una scelta fra due i tre temi portanti e si condividono poesie nell’arco di 15-20 minuti di tempo. Misurare l’attenzione dell’ascolto quanto dello sguardo è molto semplice, in una dimensione così intima non si sfugge: o le poesie scavano e seminano o falliscono miseramente, o il poeta opera e nutre o decade. Questa esperienza si rinnova con un nuovo titolo e nuovi componimenti.

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Nuova linfa: Teatro Bosco Fosco

2024: un nuovo testo…

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