Ai miei lettori non sara’ sfuggita la predilezione che nutro nei confronti dei monumenti naturali rispetto alle opere dell’uomo. Eppure le opere in acciaio sfuggono a questa regola personale. Torri e piazze, statue a cavallo o su asini, palazzi, chiese, mai mi hanno entusiasmato come una Tour Eiffel e di certo mai come questo ponte rosso a nord di San Francisco. Me lo immaginavo piu’ stretto, e solitario. Invece e’ visitato da un mare di persone, turisti a piedi da un lato, ciclisti dall’altro. Oggi e’ il 4 luglio e probabilmente molte persone sono in giro con le famiglie. Tutti i dettagli sono geometricamente perfetti. E tutto e’ dipinto di rosso. Dalla cima delle due torri ai tiranti, dai bulloni alle pareti di contenimento. Fa impressione constatare quanto poco spessa sia la pavimentazione in cemento sulla quale camminiamo. La giornata e’ splendida, blu selvaggio nel mare, con le vele della Louis Vitton Cup oltre il golfo, l’isola di Alcatrax dipinta laggiu’ come un miraggio di Turner, e un cielo maestoso intorno ai nostri sguardi. Ci sono opere che si collocano in un paesaggio e opere che sanno generare paesaggio. Il resto e’ poesia.









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