
ALTRI SCATTI E RIFLESSIONI BREVI
I ranger dicono di difendere le foreste e non i singoli alberi, ecco perche’ spesso sequoie a cui nel tempo sono stati affibiati dei nomi non li riportano. Te lo ripetono con orgoglio: «Non amiamo i nomi perche’ il nostro compito e’ difendere le foreste e non i singoli alberi». D’accordo, d’altro canto ci troviamo in un parco, nazionale o statale che sia.
Ieri in visita al General Sherman Tree, e l’altro ieri al General Grant Tree, ripettivamente il primo e il terzo albero per volume al mondo, c’erano migliaia di visitatori. Lungo i sentieri altri si incontrano sporadiche famiglie e gruppi di amici. Le sequoie con il nome segnalato catturano l’attenzione, davanti alle altre pochissimi si fermano. Questo basta a farmi pensare che i nomi andrebbero al contrario utilizzati al meglio, anche perche’ molti libri e cartine li riportano. Potrebbero rappresentare inoltre una buona occasione di approfondimento storico e culturale.
Comunque, in posa sotto lo Sherman, si vede una bella varieta’ umana. Una madre francese che mi ricorda la mia, minuta, rossiccia, piccoli occhi scuri e labbra impercettibili, che fotografa il figlio in imbarazzo; un’anziano signore aggrappato al bastone nodoso, Borsalino color panna, occhialoni con lenti rosate, baffo aereo alla Salvador Dali; formazione pangermanica tatuata e muscolosa a magliettina corta nera. Gli unici a sacramentare e a litigare, purtroppo, erano proprio degli italiani.




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