Ritorno a Luras

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E’ IN BUONA SALUTE L’OLIVASTRO MILLENARIO
Dopo tre anni sono tornato anche nelle campagne di Luras, paese immerso nelle sugherete (a riprova, entrando nel paese dalla strada che conduce a Tempio Pausania, ci sono enormi cataste di sughero decorticato lasciate a seccare); le indicazioni alla localita’ San Nicola sono evidenti, 14 km dal centro del paese costeggiando, al termine, il lago di Liscia. Salita sterrata e si arriva alla chiesa di San Bartolomeo (Santu Bartolu), costruita con i materiali di cui era fatta la precedente San Nicola. Piccolo parcheggio segnalato da un ceppo di ulivo con inciso Olivastri millenari. Qui ritrovo una delle due ragazze che invontrai tre anni fa: al tempo lavoravano per il comune, ora hanno costituito una cooperativa che accoglie i turisti e i visitatori da maggio a settembre. Si paga un obolo a persona e davanti a voi si aprono tre olivastri di cui il campione e’ l’albero piu’ antico d’Italia, un’eta’ fra i 3000 e i 4000 anni stimati dai ricercatori dell’Universita’ di Sassari. L’albero che ritrovo tre anni dopo e’ rigoglioso, molta piu’ fronda che ricade verso terra. Una buona novella. Sempre impressionante osservare quanto la sua architettura cambi girandoci intorno. Dove la fronda si apre, in direzione dell’ingresso al campo, c’e’ la “faccia” piu’ nota, con le due code radicali a terra che disegnano una sorta di “grande bocca” legnosa.
Qui si viene ad ammirare m

a anche a ringraziare Madre Natura, per chi ci crede Dio.

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