PAESAGGEZZA
TIZIANO FRATUS, HOMO RADIX
Intervista di Carlo Mantovani
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Mi fa particolarmente piacere chiudere questa serie di interviste ai piu importanti cercatori d’alberi italiani col bergamasco Tiziano Fratus: e non solo perché si tratta del dendronauta più prolifico degli ultimi dieci anni, un raffinato poeta arboreo, l’”Homo radix” ideatore delle “alberografie” e della “dendrosofia”, una filosofia di vita ispirata dalle piante; ma anche perché, nel 2013, mi chiese di scrivere la postfazione per una sua pubblicazione emiliano-romagnola, facendo così germogliare in me il desiderio di strutturare il concetto di turismo dendrogastronomico e trasformarlo in un’innovativa guida al tempo libero. Autore instancabile, che vanta un’incredibile bibliografica di oltre trenta libri in meno di quindici anni, lo avevo scherzosamente soprannominato “il paron de la foja”, per significare la sua straripante egemonia editoriale: un nomignolo che a lui, in realtà, non era per niente piaciuto, ma che voleva riconoscere l’indiscutibile ruolo da protagonistsa che Tiziano, con passione e competenza, si era ritagliato nel mondo dei dendronauti, del resto confermata anche la mia “boutade”, diventando ospite fisso di festival nazionali e di programmi di culto come Geo&Geo.

1- ll primo albero non si scorda mai: quando dove e come è iniziata la tua carriera di cercatore di alberi monumentali?
Tanti anni fa. Ci sono state diverse fasi. Mio padre era un falegname, dunque sono cresciuto col legno come elemento comune o ordinario. Inoltre spesso si andava in bosco per castagne e funghi, ed io da ragazzo, con la bicicletta e poi col motorino passavo molto tempo da solo a navigare nei paesaggi. Tra i venti e i trent’anni ho iniziato a viaggiare oltre i confini del nostro paese e dell’orizzonte a cui ero abituato, sono arrivato da una parte alle sequoie e ai pini della California, e dalla parte opposta agli alberi della pioggia a Singapore, e dunque alle conifere e ai grandi alberi del Giappone. Nel frattempo ho sviluppato le idee di Homo Radix e Dendrosofia, e iniziato a fare i conti con la meditazione nei boschi, col buddismo “agreste” che cerco di praticare e studiare. Le radici sono molteplici e diffuse.
2- Bilancio: tre cose che ti piacciono e tre che ti piacciono un po’ meno della vita da dendronauta?
Non saprei dire ne le une ne le altre, nel senso che non ce ne sarebbero tre che spiccano su altre, di positive quanto di negative. È un percorso che ho cercato e che cerco di vivere appieno per quel che mi è possibile, ieri come oggi. Avendo dedicato molto tempo e molte energie alla composizione di libri per cercatori di alberi secolari e monumentali il tempo oltremodo è volato…
3- Il podio: tre alberi che ti hanno colpito in modo particolare?
Molti. Se intendi specie direi almeno sequoia giganteum, castanea sativa e ficus macrophylla. Se si tratta di esemplari forse il ficus dell’Orto botanico di Palermo, una delle diverse sequoie giganti della California e le crittomerie millenarie dell’isola di Yakushima.
4- Attrazione fatale: Quale parte dell’albero monumentale ti attrae di più: piede radicale, tronco, o chioma?
Tempo fa l’allora direttrice dell’orto botanico di Torino mi fece notare che le mie fotografie prediligono la parte basale e il tronco, e quindi l’idea dell’Homo Radix, di colui che attraversa i paesaggi tentando connessioni di varia natura coi grandi alberi e le selve, era del tutto consona e appropriata. A me pare comunque di apprezzare gli alberi nella loro interezza, nella loro globalità.
5- Rimpianti: l’albero che avresti voluto vedere?
Non credo che coltivare rimpianti serva a molto. Il migliore albero? Quel che incontrerò oggi, o domani.
6-Il sogno nel cassetto: se dovessi scegliere, quale modifica legislativa preferiresti 1) obbligo per gli enti locali di segnalare tutti i monumenti arborei presenti nella sezione del loro sito web dedicata alle cose da vedere; 2) obbligo dei proprietari di piante tutelate di consentire la visita agli appassionati; 3) in caso di morte, obbligo di conservare almeno la ceppaia dell’albero con apposito cartello commemorativo?
La prima modifica mi pare sensata, comunque in parte è realizzata da molti comuni, quantomeno se consideriamo le città metropolitane italiane. Le altre due eventualità mah, mi lasciano perplesso.
7-Tre cose che consiglieresti ad un dendronauta alle prime armi?
Coltivare la passione, questa mi pare la fonte principale. Farlo perché ti piace e ti appassiona. Il resto sono dettagli, le cose più significative si fanno sempre per se stessi, al di là di eventuali esiti concreti o conseguenze pratiche. Purtroppo tutto quel che facciamo lo andiamo a sbattere direttamente su un social e questo penalizza quella macerazione silenziosa che invece aiuterebbe a comprendere i propri limiti quanto le proprie reali attitudini.
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