DENDROTECA | IN CERCA DI ALTRI PARADISI
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RESPIRO E ANIMA
Castelnuovo Fogliani tra Arte e Natura
di Tiziano Fratus e Andrea Aschedamini
Edizioni bilingue (trad. di M. Mantegazza e M. Porro)
Volume illustrato a colori – EDUCatt
Isbn 9788893354264, 76 pp, € 9.90
Il complesso di Castelnuovo Fogliani, a due passi dall’abbazia di Chiaravalle della Colomba e alle porte della pianura padana, è oggi una presenza esclusiva, quasi incombente sul territorio e sottratta al pubblico: sede universitaria fino al 1973, ha una storia complessa e appassionante, che dal basso medioevo si intreccia con quelle di nobili grandi famiglie come i Della Porta, i Visconti e gli Sforza Fogliani, della Chiesa e dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e, artisticamente, con l’architetto Luigi Vanvitelli – il cui nome è indissolubilmente legato alla Reggia di Caserta – e con il pittore Giuseppe Natali.
Tiziano Fratus e Andrea Aschedamini, con testi e foto, in Respiro e anima. Castelnuovo Fogliani tra arte e natura accompagnano il lettore alla riscoperta di questa villa signorile, completamente rifatta nel Settecento, in un percorso appassionato che ne tocca i saloni e le stanze, la chiesa e il bellissimo giardino all’italiana. Con stupore, passione e delicatezza lo scrittore e il fotografo descrivono la bellezza del complesso e, in particolare, della natura che lo circonda, in un cammino leggero che trasmette dalle pagine del libro il respiro dell’anima di Castelnuovo Fogliani.
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VECCHI E GRANDI ALBERI DI TORINO
Itinerari per cercatori d’alberi secolari
di Tiziano Fratus
Fusta Editore, Saluzzo
Volume illustrato a colori
Isbn 9788895163956, 168 pp, € 12.00
In edicola con La Stampa da sabato 11 maggio 2013
«Una guida che invita a scoprire ed amare la città non solo per edifici o iniziative culturali ma anche come patrimonio arboreo. L’opportunità per perdersi tra piazze e giardini a caccia di piante che hanno visto la storia o che – anche se molto più giovani – hanno buone ragioni per farsi vedere» Chiara Priante – La Stampa
Torino è conosciuta per i suoi lunghi viali alla francese, per i parchi dislocati intorno al Po e sulla Collina, per i musei e i caffè, le piazze e i festival, la Fiat e la Sindone. Inaspettatamente però è, al pari di altre grandi città del nord Italia come Milano e Bologna, una città di alberi secolari, dove il verde ha assunto da oltre due secoli un’importanza urbanistica e culturale. L’edificazione delle grandi ville e dei castelli intorno al nucleo storico della città – la cosiddetta “Corona di delitie” – l’abbattimento dei bastioni da parte di Napoleone Bonaparte nel 1800, l’inizio dei grandi parchi ad uso pubblico, vedi il Valentino a metà Ottocento, nonché l’adozione dei giardini di piccola dimensione ispirati agli “square” di Londra e Parigi, all’indomani della raggiunta Unità d’Italia, hanno fatto del capoluogo piemontese una delle più interessanti città verdi, nonostante abbia dominato l’immaginario nazionale l’idea di mero centro industriale, per almeno mezzo secolo.
Vecchi e grandi alberi di Torino è una guida insolita alla ricerca dei maggiori e più annosi alberi della città, tredici “itinerari per camminanti” scritti in forma epistolare: Parco del Valentino, Giardini Reali, Parco della Tesoriera, Parco di Villa Genero, Parco Rignon, Parco Millefonti, Cimitero monumentale, Parco della Rimembranza, Parco Ruffini, Orto botanico, Parco pubblico Giacomo Leopardi, gli spazi verdi ascendendo alla Basilica di Superga, Giardini Cavour e Sambuy.
Con contributi di Enzo Lavolta, Antonella Mariotti, Giovanni Tesio, Consolata Siniscalco, Marco Magnone.
>>> Scheda libro nel sito di Fusta Editore
>>> Locandina presentazione all’Orto botanico di Torino
>>> Notizia sul sito dell’Orto botanico di Torino
>>> Presentazione al Salone del Libro di Torino
>>> Alla ricerca degli alberi più celebri della città, recensione su La Stampa
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QUESTI OCCHI METTONO RADICE
Alberografie nel cuore dell’Emilia Romagna
Mucchi Editore, Modena
volume illustrato bianco e nero
Isbn 9788870005813, 144 pp, € 12.00
«I protagonisti sono loro: i patriarchi arborei che dai boschi ai giardini delle ville, fino ai parchi pubblici e ai castagneti, sono cresciuti, e invecchiati, fino a raggiungere dimensioni monumentali» Gabriele Mignardi – Il Resto del Carlino
«La sensazione che domina la lettura è quella di trovarsi di fronte a qualcosa di più di semplici, per quanto storici e maestosi, alberi: traspare infatti a più riprese un linguaggio carico di affetto e di premura, come se ci venissero presentati di volta in volta un familiare o un amico di vecchia data. Ed è proprio qui che risiede il valore dell’opera: l’andare oltre l’aspetto meramente descrittivo e scientifico per rivelare come dall’incontro tra l’uomo e la natura sia possibile riscoprire un legame primitivo con l’ambiente, di reciproca appartenenza» Eleonora Amadori – Nelle Valli Bolognesi
Gli alberi vivono una vita parallela. Se andiamo in un parco nessuno ci insegna a distinguere specie da specie. I giovani e gli anziani, sono questi gli esseri umani che ascoltano la lingua di Dio sibilante fra le cortecce, che si sgrammatica nelle foglie che l’autunno semina nei parchi e nei viali, il loro sguardo gioioso e malinconico si mischia, si confonde, accarezza i tronchi, le chiome, le ramificazioni, dialogano. A noi che viviamo nell’età di mezzo, nell’età dove la vita ci fa tuffare nella mischia, resta poco tempo, troppo poca attenzione per quello che ci circonda, e così dimentichiamo la lingua naturale della divinità. Ma non per sempre, resta sottotraccia, meglio, sottopelle, col tempo riaffiora. Col tempo la rimastichiamo, ritorniamo a respirare aria, a emettere radici.
Un viaggio nel cuore dell’Emilia Romagna a sensi spalancati, dai parchi del capoluogo alle aree collinari e appenniniche nelle province di Bologna e Modena, con alcune fughe nel resto della regione. Non il solito migrare da turista, ma una caccia al grande albero. Si incontreranno grandi querce, il maggiore ippocastano delle regioni centrali, il più annoso olmo d’Italia, costellazioni di sequoie, alberi da frutto ultrasecolari, cipressi messi a dimora da San Francesco, enormi castagni dentro i quali ci si può sedere a ristorare l’anima.
Comuni visitati: Bologna, Sasso Marconi, Zocca, Budrio, Grizzana Morandi, Pavullo nel Frignano, Pievepelago, Lizzano in Belvedere, Camugnano, Castel di Casio, Guiglia, Marzabotto, Castel D’Aiano, Monte San Pietro, Savignano sul Panaro, Lama Mocogno, Salsomaggiore Terme, Verucchio e Sant’Agata di Villanova sull’Arda.
>>> Booktrailer >>> Scheda pubblicata sul sito dell’editore Mucchi
>>> Colleziona le 4 cartoline per cercatori di alberi in Emilia Romagna
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VOLUMI ESAURITI
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LA LINFA NELLE VENE
Alberografie a Nord-Ovest lungo gli itinerari dei Grandi Alberi
di Tiziano Fratus
Nerosubianco, Cuneo
volume illustrato bianco e nero
Collana Saggistica, Storia e Territorio
Isbn 9788898007035, 500 pp, € 26.00
«Assomiglia alla mano di un gigante che si è adagiata sul fondo del pianeta alla fine dell’età del ferro.»
«E’ un albero muto, completamente cavo, abbellito in un’aiuola come una di quelle vecchie sciantose del cinema a cui si fa la permanente e si mettono indosso abiti nuovi, un profumo appena percettibile di fiori freschi, il trucco leggero.»
La linfa nelle vene abbraccia i percorsi editoriali dei precedenti volumi Le bocche di legno e Terre di Grandi Alberi, le cui edizioni e successive ristampe sono andate presto esaurite. Si tratta di un viaggio fisico e linguistico nei meandri del paesaggio delle regioni del Nord Ovest d’Italia, in quel golfo di boschi, rocce, acque e terre che si dispiega fra le vette delle Alpi e il Mediterraneo, un ventaglio naturale fatto di biodiversità climatica, calando dai boschi di faggio e castagno alle pianure di pioppo e agricoltura intensiva, dai laghi alle città, dalle coste alle riserve, dagli uliveti ai vigneti, dalle risaie alle abetine. Una ricerca che ha impegnato quotidianamente e per anni Tiziano Fratus, classificando, mappando, misurando, fotografando, descrivendo, ma soprattutto testimoniando la sua profonda passione per la salvaguardia e la conoscenza dei Grandi Alberi, creature secolari o millenarie arenate sulle cime delle Alpi, nelle geometrie dei giardini storici, negli spazi delle riserve naturali. Sessanta mondi e sessanta itinerari per il cercatore di alberi che alberga in ogni lettore.
Il libro è stampato su carta certificata FSC, proveniente da foreste gestite in maniera corretta e responsabile secondo rigorosi standard ambientali, sociali ed economici.
>>> www.nerosubianco-cn.com
Materiali e approfondimenti
– Conversazione a Daniele Zanzi, il più noto curatore di alberi monumentali in Italia
– Alberi nella terra di mezzo. Mostra al castello consortile di Buronzo
– Articolo con radici su Il Secolo XIX
– Galleria fotografica sul sito de La Repubblica dedicato ai Giardini Hanbury by Tiziano Fratus
– Elenco dei parchi e delle riserve del Nord Ovest (da Terre di Grandi Alberi)
– Elenco Alberi Monumentali del Corpo Forestale per Valle d’Aosta, Piemonte e Liguria (da Terra di Grandi Alberi)
– Libro Nazionale Alberi da Seme per le regioni del Nord Ovest (da Terra di Grandi Alberi)
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IL BOSCO DI PALERMO
Itinerari alla scoperta dei maggiori alberi esotici d’Europa
di Tiziano Fratus
Contributi di Francesco M. Raimondo e Giuseppe Barbera
Edizioni della Meridiana, Firenze
volume illustrato a colori
Isbn 9788860072177, 128 pp, € 12.oo
«L’Australia che non t’aspetti, il continente nuovissimo e remotissimo, è dietro la porta di casa, imboccando uno dei vicoli che portano a piazza Marina, svoltando a destra da via Mariano Stabile, facendo una capatina a villa Malfitano, all’Orto Botanico e alla Palazzina Cinese» Mario Pintagro – La Repubblica
Chiome enormi, foglie simili a quelle delle magnolie dei giardini di tutta Italia, immensi ammassi radicali, tronchi dalla corteccia chiara e compatta, grigia, una pelle d’elefante vegetale. Esiste un “bosco di Palermo” che è diffuso in tutta la città, non è concentrato in un unico luogo, al contrario si tratta di un arboreto irragionevole, irrispettoso di ogni definizione da dizionario, un bosco che non rispetta i confini della città, nemmeno dell’area metropolitana o della provincia. Il “bosco di Palermo” procede oltre, mette radice propagandosi in altre città del Mezzogiorno, come lungo la striscia botanica che costeggia il mare a Reggio Calabria, luoghi diversi di Napoli, la piazza Matteotti e l’orto botanico di Cagliari, la Liguria di Ponente. Questo è il “bosco di Palermo”, un bosco esotico, australiano, cresciuto nel cuore del Mediterraneo. Una selva diffusa dalle architetture imponenti. Un capolavoro botanico e paesaggistico risultato del concorso dell’azione dell’uomo e della natura. Oltre al grande gigante messo a dimora nel 1840 all’Orto botanico, una sorta di Sagrada Familia degli alberi, si contano diversi monumentali esemplari ai Giardini Garibaldi di Piazza Marina (anno 1863, albero riconosciuto durante le recenti celebrazioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia), ai Giardini Inglesi e nei parchi delle ville storiche: Villa Giulia, Villa Ali-D’Orleans, Villa Trabia, Villa Napoli, Cilla Whitaker Malfitano, Palazzina Cinese, Palazzo dei Normanni e moltissime altre locations. Da Palermo i ficus si sono propagati in moltissime città siciliane ed oggi dominano i giardini e i parchi pubblici e privati, come accade a Catania, Messina, Siracusa, Ragusa, Trapani, Monreale, Marsala, Donnafugata, Sciacca, Paternò, Falcone, Brolo, Santa Marghertita Belice, Mazzara Del Vallo. Il libro è una guida di impressioni e di viaggio alla scoperta dei grandi esemplari di Ficus della Baia di Moreton (Ficus macrophylla), i maggiori alberi esotici d’Europa.
Tiziano Fratus – Autore della serie di volumi Homo Radix dedicati agli alberi monumentali italiani e internazionali, cura la rubrica settimanale Il cercatore di alberi sul quotidiano «La Stampa».
Francesco Maria Raimondo – Direttore dell’Orto botanico di Palermo, presidente della Società Botanica Italiana, autore di Alberi monumentali della Madonie, I grandi alberi di Sicilia e Guida all’Orto botanico di Palermo, curatore di Orti botanici, giardini alpini, arboreti italiani.
Giuseppe Barbera – Assessore all’Ambiente della città di Palermo e autore di TuttiFrutti e Abbracciare gli alberi.
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TACCUINO DEL CERCATORE DI ALBERI
Giardini Botanici Hanbury
di Tiziano Fratus e Mauro Giorgio Mariotti
Edizioni della Meridiana, Firenze
Collana: Taccuini per cercatori di alberi
volume illustrato a colori
Isbn 9788860071927, 200 pp, € 12.00
«Un libro agile, rigoroso e intimista al tempo stesso grazie ad un’insolita collaborazione tra sapere e sentimento» Andrea Fassione – Il Secolo XIX
«Visita guidata, fisica ed emozionale, fra cipressi e ulivi, foreste australiane e zone ricoperte di agrumi e brugmansie» Paolo Galliani – Il Giorno
I Giardini Botanici Hanbury sono uno dei luoghi più celebri della conservazione e dell’acclimatazione botanica della Liguria nonché uno dei punti focali di richiamo del turismo britannico ed europeo nel nord Italia. Thomas Hanbury arrivò da Londra in un’epoca in cui il paesaggio ligure suscitava grande fascinazione nell’immaginario d’oltremanica, come testimoniano i tanti acquisti e interventi sul territorio di personalità quali Clarence Bicknell a Bordighera e di diversi ricchi possidenti a Sanremo. Hanbury acquistò Capo Mortola e il vecchio Palazzo Orengo nel 1867, in pochi anni fece sistemare l’edificio, costruire la terrazza panoramica rivolta al mare, chiamò il giovane giardiniere Ludovico Winter che mutò la dislocazione dei sentieri e incentivò la messa a dimora di specie provenienti da tutto il mondo, andando ad affiancare i pini della macchia mediterranea, i cipressi italiani, gli agrumi e i vecchi ulivi che da alcuni secoli popolavano quest’area brulla. Concorsero all’edificazione di quelli che diverranno i giardini botanici più importanti del nord Italia anche i consigli, la cura e le azioni di Daniel Hanbury, fratello di Thomas e colui che mise a dimora alcuni degli alberi più celebri, Gustave Thuret che dal 1857 dirigeva un celebre giardino ad Antibes, il botanico Gustave Cronomeyer che curò la pubblicazione del Catalogo alfabetico delle piante cresciute all’aria aperta del 1892, strumento essenziale per la comunicazione con i botanici e gli studiosi del resto del mondo.
I Giardini Botanici Hanbury rappresentano una delle aree protette più frequentate in Italia, oltre cinquantamila visitatori l’anno. Agli alberi più vecchi, alcuni ulivi di circa quattrocento anni, si alternano le spettacolari melaluche di origine australiana, i grandi eucalipti, i cipressi del nord e del centro America, i cipressi himalayani, le profumatissime jacarande argentine, i pini e le palme dell’arcipelago delle isole Canarie, i ficus australi. Tre alberi monumentali riconosciuti dalla regione Liguria: la spettacolare Araucaria cunninghamii, il poderoso Cupressus lusitanica, un affascinante Eucalyptus globulus (che si trova in una sezione chiusa al pubblico, il Vallone). Il volume offre al lettore cinque itinerari guidati all’interno della riserva, nuove misurazioni, schede storico-botaniche dedicate a trentaquattro specie rare e notevoli, l’elenco dei dieci più vecchi alberi messi a dimora dal 1867 al primo decennio del XX secolo, nonché, in appendice, una curiosa guida ai grandi alberi da visitare in Costa Azzurra e nella Liguria di Ponente.
Un omaggio ai Giardini Botanici Hanbury nell’Anno Internazionale delle Foreste.
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GLI ALBERI PENSANO AL MARE
Itinerari nei boschi di Sassetta e nella Maremma Livornese
testi e fotografie di Tiziano Fratus
Edizioni della Meridiana, Firenze
Collana: Taccuini per cercatori di alberi
volume illustrato a colori
Isbn 9788860071989, 108 pp, € 10.00
«Sughere, lecci e poi una fitta cerreta verso una piccola collina di castagni dove ci aspetta “L’inginocchiato”: un enorme castagno ultracentenario […] Senza soluzione di continuità il bosco lascia strada ai vigneti vestiti dei colori d’autunno, inframezzati a Eucalipti e Cipressi dell’Arizona a testimoniare la grande biodiversità della flora italiana, seconda per varietà solo alla Russia. Mille aneddotti fra poesia e botanica ci portano verso La Cerreta ad ammirare un’insolita cerro-sughera di 350 anni che apre i suoi rami come un gigantesco candelabro dominando la vegetazione circostante. Un’esperienza da consigliare a tutti i lettori: appena un paio di chilometri per scoprire il nostro territorio e recuperare il rapporto con la natura. Forti sulle radici slanciamoci al cielo come fanno gli alberi mentre pensano al mare» Francesco Venturini – Costa degli Etruschi
Camminando dentro il paesaggio della Maremma livornese mi sono accorto che certi alberi pensano al mare. Il clima che nutre e regola i ritmi di crescita e sviluppo dei boschi diffusi di questi vecchi domini della Repubblica marinara di Pisa è lo stesso della costa; i venti, moderati ma continui, e le temperature mediterranee mischiano i castagneti ai cerreti e agli uliveti, il corbezzolo e l’orniello alle sughere e ai cipressi, italiani o nord-americani, le leccete che crescono su qualsiasi terreno arido e pietroso ai vitigni, che qui hanno avuto un’esplosione a cavallo degli anni Settanta e Ottanta, soprattutto nella zona di Bolgheri, agli eucalipti, in questo tratto d’Italia prevalentemente camaldulensis, predominanti verso la costa, gli unici alberi a contendere il primato d’altezza delle chiome ai pini comuni secolari che svettano con i tronchi aranciati e le cime radianti. Boschi vocati al cinghiale – è terra tradizionalmente di cacciatori, parchi della Val di Cornia, dal Montioni a Poggio Neri, e sulla costa Sterpaia e Baratti nel comune di Piombino piuttosto che Rimigliano, a nord. Ho girovagato nei territori dei comuni di Sassetta, Castagneto Carducci, Suvereto, Campiglia Marittima, San Vincenzo, San Carlo, Venturina, Vignale, Riotorto, Piombino e Populonia, Monteverdi Marittimo.
Gli alberi pensano al mare è un taccuino per cercatore di alberi. Offre al lettore/visitatore un itinerario disegnato nei boschi del comune di Sassetta e una lista di grandi alberi che si possono incontrare in tutta la provincia, dal golfo di Baratti a Piombino fino a nord, con fuga finale alla caccia delle grandi querce di Volterra.
Un progetto in collaborazione con Pian delle More www.piandellemore.com
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ITINERARI DEI FICUS DELLA BAIA DI MORETON A SANREMO E BORDIGHERA
cuciti da Tiziano Fratus e Marco Macchi
Edizioni S.T.R.A.D.E., Imperia
volume illustrato a colori, 32 pp, € 5.00
«Un tuffo nella natura ma anche nella storia di una Riviera, non a caso denominata “dei fiori”, che deve molto al suo clima e alla maestosità dei suoi giardini» Andrea Fassione – Il secolo XIX
Un insolito modo per conoscere le bellezze della costa del Ponente ligure. Il Ficus macrophylla o Ficus della Baia di Moreton è uno degli alberi più spettacolari del mondo. Ha trovato un ambiente fertile nei giardini e nei parchi pubblici e privati di Sanremo e Bordighera, dove oggi possiamo visitare esemplari ultrasecolari messi a dimora a partire dagli anni Ottanta del XIX secolo. Una guida pratica per il cercatore di alberi che è in voi. I più vecchi ficus messi a dimora in Liguria sono quelli del Museo Bicknell a Bordighera, biblioteca che apre i battenti nel 1888, e quelli del parco di Villa Zirio a Sanremo, messi a dimora nel medesimo decennio da due giardinieri locali su disegno di Ludwig Winter (1846-1912), per anni giardiniere capo e architetto del parco voluto da Thomas Hanbury a Capo Mortola, poi trasferitosi a Bordighera. Nel decennio successivo è stato invece definito il grande parco di Villa Ormond, il più esteso e ricco dei parchi di ville storiche nel centro di Sanremo, nel quale è stato messo a dimora quello che oggi è diventato un altro gigante della specie, l’esemplare ai piedi della grande terrazza che crescendo ha sfondato la balaustra di pietra. Il Ficus macrophylla è noto, nel mondo, proprio per l’irruenza delle sue radici che spesso abbattono muri, alzano e spostano statue o vasi, come avviene anche per uno degli esemplari più fotografati dell’Orto botanico di Palermo o per il vetusto del Museo Bicknell, noto anche per aver inglobato nella propria struttura il vecchio cancelletto che stava dinnanzi al giardinetto. Altri grandi esemplari stanno nei Giardini Regina Elena, lo spazio riprogettato dopo il terremoto che scosse la regione nel 1887 e che portò all’abbattimento di parte della città vecchia che stava appunto sul colle, il Pigna. Un bellissimo esemplare sta nel parco della Villa degli Ufficiali o Villa Vista Lieta, chiusa purtroppo da anni e abbandonata a sé stessa. Inizi del ‘900: vengono messi a dimora i due ficus vicino al municipio di Bordighera. Il maggiore, che sta nella piazza antistante il comune, e quello che si trova nella piazza superiore, a un centinaio di metri di distanza, Piazza Otto Luoghi. A seguire tutti gli altri che oggi possiamo incontrare nei giardini e nei parchi pubblici delle due cittadine, e anche nella limitrofa Ospedaletti. Un capitolo a parte meritano i grandi ficus presenti a Villa Winter a Bordighera, attualmente di proprietà privata, dove se ne possono contare ben nove di dimensione ragguardevole.
Acquista Itinerari dei Ficus della Baia di Moreton a Sanremo e Bordighera online:
>>> www.stradedascoprire.it
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HOMO RADIX
Appunti per un cercatore di alberi
di Tiziano Fratus, Edizioni Marco Valerio
I ed. – novembre 2010, II ed. – giugno 2011
336 pp., vol. ill. b/n, € 30,00
Isbn 988875472894
LE BOCCHE DI LEGNO
Guida arborea del Piemonte
di Tiziano Fratus, Edizioni Marco Valerio
Collana: I Faggi
476 pp, vol. ill. b/n, € 24.oo
Isbn 9788875473813
TERRE DI GRANDI ALBERI
Alberografie a Nord-Ovest
di Tiziano Fratus, Nerosubianco
Collana Saggistica, Storia e Territorio
pp 450 – vol. ill. b/n, € 20.00
Isbn 9788889056851
L’ALBER DE MILAN
Con gli occhi di Thoreau e le mani pronte a respirare
di Tiziano Fratus, Edizioni della Meridiana, Firenze
Collana: Taccuini per cercatori di alberi
140 pp, vol. ill. col., € 12.00
Isbn 9788860072054