Meditazioni estive

APPUNTI DA UN RITIRO PERMANENTE

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Ogni mattina un inchino al Buddha-sequoia, un inchino ai boschi che oscillano fuori dai bordi della finestra, un inchino alla voce tassidermizzata dei maestri nei libri della biblioteca. Coniugare gli insegnamenti e i fondamenti di un buddismo laico e agreste coi pensieri e gli atti di ogni giorno. Sbagliare, meditare, crescere. Lo zen è qui: in ogni momento, in ogni giorno, in ogni scelta.

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Eremo delle radici, casa del leccio | giovedì 23 giugno

Che cosa siamo noi? Siamo quello che mostriamo agli altri o quello che siamo, come ci piace dire, dentro, dentro di noi? Esiste differenza tra le due cose? Ha un senso, è lecito domandarselo?

Non mi sento particolarmente attratto da un buddismo cerimonioso, per quanto il buddismo concreto, la religione, sia questa. Gli ordini del clero, quali canti, quali sutra, quali regole per un ritiro, e gli abiti, i ruoli, la gerarchia… tutto questo non mi attrae particolarmente. Non che non abbia importanza, ovviamente, anzi… ma sono i sentieri che si perdono nei boschi che mi attraggano. Quando socchiudo gli occhi e mi immagino spesso sono al principio di un sentiero che sparisce nella vegetazione, che risale, che discende, che si disperde. E’ un invito? Oppure un ammonimento? Buddha per me si trova laggiù, da qualche parte, sereno e assorbito nella meditazione, in pace con le foglie, le radici, i legni vivi e i legno spenti, le rocce e gli animali che non vede. Il bosco è sempre patria dei padri e delle madri.

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Orto, casa del leccio | venerdì 24 giugno

Stamattina meditavo nell’orto. Poco prima delle 6. La luce è già diffusa in questo francobollo di mondo. Tre gatti mi giravano intorno, tra curiosità e richiesta di attenzione. Dopo poco mi sono alzato e ho pescato alcuni frutti, li ho messi su un piatto e li ho portati alla statua del Buddha-sequoia. Una modesta offerta di cibo: Non puoi mica sopravvivere soltanto della pioggia scrosciante delle nostre invocazioni e delle nostre inquietudini, ho pensato… Anche tu avrai bisogno, di tanto in tanto, di nutrirti. Tre lamponi, tre chicchi di uva spina, due albicocche mature. Non ti abbuffare.

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Orto ed eremo delle radici, casa del leccio | lunedì 27 giugno

Questa mattina non riuscivo a dormire, le attenzioni che dobbiamo riservare al gattino ci fa dormire poco e male. Abbiamo paura di schiacciarlo, tanto è piccolo. E ovviamente o dorme come un sasso, oppure è in continuo assalto ad ogni mano che si muove, ad ogni intenzione di azione sotto le lenzuola. Poco prima delle 6 decido di alzarmi, mi lavo la faccia e vado nell’orto. Alcuni gatti mi raggiungono mentre siedo e incrocio le gambe. Poi arriva anche il micino, Dino, che non vede l’ora di conoscere qualsiasi cosa, di giocare con qualsiasi cosa. I gatti anziani lo odiano, gli soffiano continuamente. Stupidotteri.

Medito. Nello spicchio di cielo sopra la mia testa alcuni pipistrelli sterzano, eseguono le loro volute segmentarie e arcuate. Dapprima sono in due, poi tre e alfine in quattro. Ogni anno nel mese di giugno riceviamo la visita di una famiglia di questi curiosi volatili che si stabiliscono nel sottotetto. Restano alcune settimane, poi partono chissà per quale altra località. Probabilmente casa nostra si trova lungo le traiettorie tra le dimore invernali e quella estiva, ai freschi. Mentre sono qui che sposto le parole al di fuori di me c’è uno zoo che vive intorno: lumache, coleotteri, formiche, api, calabroni, farfalle, vespe, cavallette, mantidi, cinciallegre, falene, felini, pipistrelli, passeri, usignoli, gazze ladre, corvi, pettirossi, anatre e aironi e carpe al laghetto sportivo, dista poche centinaia di metri. Una volpe si fa ogni tanto sentire dal bosco sulla collina. Chissà che cosa percepiscono di noi i pipistrelli…

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Eremo delle radici, casa del leccio | martedì 28 giugno

Oggi è tornata la grandine. Due ondate. Abbiamo perso parte dei fiori delle piante di pomodoro, e qualche pomodoro verde. Poi ha continuato a piovere fino a sera. Vivere nel mezzo di una tempesta di temporali è un po’ come vivere sotto assedio: chiudi queste finestre, il gatto che attende di entrare è zuppo, i fiori e le piante da sistemare, riapri le finestre, cose così. Ho dovuto asciugare il pavimento dello studio perchè una marea ci ha raggiunti, anche se è al primo piano. Le giornate passate in casa, alla luce soffusa delle lampade, mentre fuori le nubi continuano a gettar giù pioggia a secchiate e i tempporali spaccano il silenzio tra villaggi e boschi è romantico, c’è qualcosa di nostalgico che ricorda l’adolescenza, quando restavo giornate sul letto della mia camera ad ascoltare Joni Mitchell e a leggere romanzi e fumetti. In tana, al sicuro, avvolto e protetto. Ora quei tempi sono andati, però quella musica posso ancora ascoltarla. Eccoli qui i vecchi cd: Blue, Ladies of the Canyon, Mingus, Turbulent Indigo, Taming the Tiger… quella canzone sul lupo che andava e veniva, come si intitolava… l’avrò ascoltata centomila volte… The Wolf that lives in Lindsey… magia! Dal vero Joni Mitchell, dopo il l’ictus, non può più cantare, è già un mezzo miracolo che possa camminare e parlare con altre persone, però noi che l’abbiamo sentita e vista quando era giovane e bella, desiderabile, e la sua musica ci deliziava, oggi, nonostante gli anni, possiamo sempre riascoltarla.

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Una poesia – La casa dei temporali

Può tutta la mia vita essere qui, accanto a questo gattino
di poche settimane che si agguanta sul letto?
I giorni che sorgono e tramontano,
il lavoro che serve per avere quei pochi soldi senza i quali si muore,
i volti, i saluti, i confronti, i mancati amori.
Una mostra ogni tanto e i buoni libri
che sono sempre quelli di una volta.
I temporali che ad ogni estate si scaricano sugli orti intorno.
Prima ha grandinato ma con parsimonia,
ho scoperto che il mio piccolo dio non invecchia
quando si fa sorprendere riflesso nel vetro.
Per Dino ogni gioco è una prima volta.
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Orto, casa del leccio | mercoledì 29 giugno
La pioggia che ieri ci ha assillato ha benedetto la natura che ci circonda. La vegetazione manifesta un aspetto sontuoso, le conifere sembrano più grandi, i ramoscelli più ampi e dritti. Dopo una o più giornate di pioggia intensa, nei mesi estivi, la natura di queste valli sembra quasi tropicale. Dura poco, poi torna il caldo, settimane di sole che schianta e tutto si ridimensiona. Ma oggi siamo ai tropici, c’è aria di festa grossa.
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Orto ed eremo delle radici, casa del leccio | martedì 5 luglio
L’ALBA TRA I PIPISTRELLI
 
E noi cerchiamo l’alba
per perdere noi stessi,
per dimenticarci chi siamo
o chi intendiamo diventare.
Tra i pipistrelli il tempo
è assenza di luce, il loro
confabulare intermittente
scandisce il conto alla rovescia,
prima che il sole sorga di nuovo
e li inchiodi negli spazi stretti
di un sottotetto, una grotta,
un fienile dimenticato.
L’alba tra i pipistrelli
è una corsa all’ultimo volo,
oscillazioni, caccia, raccolta
e redistribuzione delle risorse,
cose grosse per minuti
mammiferi volanti grandi
come il pugno di un bambino.
L’alba per noi umani è cibo
dell’anima, sediamo, rinunciamo
e respiriamo senza occhi,
alberi inattesi senza radici.
E loro setacciano quegli stessi
spazi densi di insetti e dei nostri
pensieri a fumetto, tagliati via, abortiti.
Forse è per questo che il loro vello
– se così si può dire – è scuro
come la notte, come l’inchiostro
Orto ed eremo delle radici, casa del leccio | mercoledì 6 luglio
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Se tutti coltivassimo un piccolo orto credo che saremmo una civiltà migliore, meno aggressiva, per quanto l’aggressività sia parte della nostra natura. E forse anche più attenta alle piccole cose, nonostante sognare le stelle e gli altri mondi sia anch’esso nella nostra natura.
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