TANTE VOCI E TANTI SIGNIFICATI PER LA PAROLA “RADICI”
Alla ricerca delle proprie origini
«La casa sul confine dei ricordi/ la stessa sempre, come tu la sai/ e tu ricerchi là le tue radici/ se vuoi capire l’anima che hai» : parole e musica di Francesco Guccini, la data è il 1972 e la canzone “Radici”. E, all’interno della XVII edizione di Festivaletteratura, non pochi eventi sembrano pensati per «capire l’anima che hai» guardando alle proprie radici.
Si tratta di un percorso vario, articolato nel ciclo delle Genealogie ma non solo, che guarda al passato e alle sue testimonianze e sembra sconfessare il famoso adagio secondo cui «la Storia la fanno i vincitori» : si parla di vite normali e monumenti sotto gli occhi di tutti rimbalzando tra uomini, alberi e fiumi, dalla dimensione privata della famiglia a quella ufficiale dei documenti. Infatti, «per entrare nella Storia non servono necessariamente imprese eclatanti: basta conoscere la propria famiglia. La ricostruzione della genealogia familiare è forse la strada più personale per ritrovare il nostro posto all’interno di un processo storico più ampio. Risalendo nel passato attraverso i nostri antenati, scopriamo i percorsi che ci hanno portato qui e ora nel loro intrecciarsi con gli eventi che abbiamo studiato sui libri di scuola e impariamo a conoscere gli uomini e le donne che ci hanno preceduto, le scelte che si sono trovati a compiere, le speranze che li hanno animati» (come recita la presentazione delle Genealogie).
Per esempio, mercoledì 4 settembre alle 18 l’Aula Magna dell’Università ospita Alessandro Portelli, storico, docente e studioso di cultura popolare, e Juri Meda, ricercatore di Storia della pedagogia, per “Antenati in viva voce” – evento 7: qui siamo nell’ambito dell’intimità famigliare e dell’oralità, due caratteristiche destinate per natura a lasciare poche o nessuna traccia. Ma il racconto della vita di una famiglia, grande o piccola che sia, non è forse anch’esso – fosse solo per il trascorrere degli anni – Storia? Raccogliere questi racconti ha perciò una grande importanza per almeno due motivi: sono testimonianze storiche eccezionali perchè descrizioni in prima persona degli effetti dei grandi eventi; permettono di ricostruire in maniera organica la vita di persone del passato, aiutando a studiarne stili di vita e contribuendo a ottenere informazioni preziose per orientare la ricerca genealogica negli archivi.
Sempre a proposito di archivi, giovedì 5 alle 12 la Sacrestia dell’Archivio di Stato ospiterà il primo appuntamento con la “Guida rapida alla ricerca genealogica” (riproposta, alla stessa ora, venerdì e sabato), anch’essa parte delle Genealogie. La direttrice dell’Archivio Daniela Ferrari, con l’archivista e genealogista Danilo Craveia, illustrerà quali sono le principali modalità di indagine nelle identità di chi ci ha preceduto attraverso le fonti archivistiche: quasi a completamento dell’evento precedente, che forza lo scrigno della memoria personale, questo si propone come una rassegna delle principali fonti documentarie che consentono di collegare nomi di parenti e zii al ruolo sociale che ricoprirono. Non per forza, anche in questo caso, è necessario pensare ad avvenimenti eclatanti: bastano semplici passaporti o atti catastali, o liste di leva, per ricostruire i tasselli di un’esistenza a partire dalle tracce che ha lasciato.
È invece un mix tra privato e documento l’evento 145, che sabato 7 alle 11.15 nella Chiesa di Santa Maria della Vittoria ospita Marcello Fois, Paolo Simoni e Ilaria Ferretti per parlare de “Il film della mia famiglia”. Un contenuto assolutamente privato come gli eventi di una famiglia (matrimoni, feste o momenti di svago) viene raccontato da un medium assolutamente documentario come il filmato video. Si tratta di una forma tecnologica, a ben vedere, di racconto privato: invece di una lettera o una fotografia, a rimanere indelebili sono immagini in movimento di sorrisi e vicende che poi, riguardati a distanza di anni, costituiscono la prova dello scorrere del tempo e una preziosa documentazione antropologica e sociale. Lo sa bene l’Associazione Home Movies – Archivio Nazionale del Film di famiglia di Bologna, ospite dell’evento con Paolo Simoni (uno dei suoi fondatori) e Ilaria Ferretti: insieme a loro, a commentare alcuni dei filmati ci sarà lo scrittore Marcello Fois, che in quanto a saghe familiari è un ottimo esperto (si pensi ai suoi libri “Stirpe” e “Nel tempo di mezzo”, con protagonista la famiglia Chironi).
Ma le origini non vanno ricercate soltanto in famiglia: ogni uomo vive in un luogo, e ciò che fa parte di tale luogo entra indiscutibilmente a fare parte anche della sua storia di uomo, oltre a costituire un esempio della storia del luogo. Così, lo scrittore e poeta Tiziano Fratus accompagnerà il pubblico durante un’insolita guida di Mantova, condotta attraverso i suoi alberi centenari (evento 49, giovedì 5 alle 17.30 con ritrovo a Palazzo Te). Si tratta di monumenti anch’essi, testimoni longevi anche se muti (e, quindi, difficilmente utilizzabili per una catalogazione storiografica) di eventi storici: svettano in parchi privati e giardini pubblici della città, e in corrispondenza di ognuno dei cerchi del loro tronco – quei cerchi che si possono vedere soltanto ad albero tagliato -non è difficile immaginare un evento storico o anche, più semplicemente, un anno più o meno bello della nostra vita.
Sempre giovedì 5 ma alle 18, al Teatro Ariston, anche Paolo Rumiz e Alessandro Sannatratteranno di paesaggio come sfondo delle origini: «Un dio d’acqua dolce» è, come dice il sottotitolo dell’evento,«un viaggio lungo il Po per racconti, musica e acquerelli». Che cosé infatti, questo fiume così maestoso, se non un lungo percorso di storie e, come diceva Eraclito: «il simbolo concreto del passare (lo scorrere) del tempo» ? Lo raccontano Paolo Rumiz a parole e Alessandro Sanna con immagini (oltre agli interventi musicali di Alfredo Lacosegliaz e Cristina Verità), in un vero e proprio viaggio che dalla descrizione del paesaggio si fa narrazione di parte della Storia e della società italiana. Anche di Mantova, che non vi si specchia direttamente ma sta a pochi chilometri dalla sua corrente.
In conclusione, guardando a questi eventi verrebbe da chiedersi che cos’è ‘la Storia’: una successione di fatti e avvenimenti, concatenati perché determinanti gli uni gli altri, o anche altro? Perché esiste una Storia ufficiale, che si studia anche se non sempre corrisponde alla reale successione degli avvenimenti, e una Storia nascosta e privata, che non interessa a nessuno se non ai suoi diretti protagonisti? Forse per motivi di calcolo, o forse semplicemente per mancanza di interesse: fatto sta che, come questi eventi dimostrano, basta un po’ di curiosità per accorgersi di quanti testimoni del passato ci circondano e aspettano solo di aprirsi per mostrarci i loro segreti, privati ma legati a doppio filo agli eventi pubblici.



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