I
L GRANDE POETA AUSTRALIANO

Quest’anno si sono spente due stelle della poesia mondiale: il 15 marzo l’americano William Stanley Merwin e ieri l’australiano Leslie Alla Murray. Due voci possenti di poeti che hanno scavato nella storia della natura, o meglio delle nature, umana compresa.
L’ultima volta che sono stato al Circolo dei Lettori di Torino si festeggiava la poesia. C’erano alcuni poeti, come Francesca Genti e Alessandra Racca, alcuni lettori appassionatissimi di poesia come Enrico Remmert, narratori come Giuseppe Culicchia, Nicola Lagioia, Marco Peano e librai come Davide Ferraris. Tutti abbiamo letto poesie di poeti che nella nostra vita hanno avuto una certa rilevanza. C’è chi ha letto Bukowski, chi ha letto Leopardi, chi ha letto Pierluigi Capello. Una marea di gente come raramente ne avevo vista, a Torino, per la poesia. Da pochi giorni era scomparso Derek Walcott, che citai ma purtroppo molti dei presenti non sapevano nemmeno chi fosse stato (intendo fra il pubblico).

Ho amato i suoi saggi dedicati alle foreste australiane e la sua idea di Repubblica Vernacolare, così vicina anche a spiegare alcune venature delle idee politiche della nostra gente di campagna e provincia (il libro si intitolava °Lettere dalla Beozia°, Giano editore). Da anni lo si attendeva a Stoccolma a ritirare il Nobel, a cui si sono preferiti altri autori, alcuni dei quali, sinceramente…
Ora Leslie Allan Murray è morto. Ci resta la sua poesia, facciamone tesoro e radice.
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