COMMIATO AL POETA PIEMONTESE
Si è spento Claudio Salvagno. Di poeti con le mani e l’immaginazione radicate in natura ne leggiamo tanti, eppure lui aveva qualcosa di unico. Le sue poesie, chi le conosceva almeno, erano uniche, vertiginose. Non amo attribuire valori assoluti che secondo me in letteratura sono costantemente risibili, ma il suo libro in versi italiani e provenzali, L’emperi de l’ombra, pubblicato in Francia da Jorn, era semplicemente sontuoso. Altro che certi giochini intellettuali con la volpina qua e l’alberello là. Nelle stagioni di attività di Torino Poesia l’ho incrociato diverse volte, abbiamo condiviso poesia e companatico. La voce di Salvagno dimostra che la qualità non ha patria, che può fiorire in ogni anfratto della realtà. Un vero poeta, selvatico, ovviamente, amabile di tanto in tanto e nervoso di tanto in tanto. Autentico. Fortunati tutti coloro che lo hanno conosciuto e amato.
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