POCHE SBUFFI D’INCHIOSTRO ENTRANDO NEI BOSCHI
Sì, il momento è topicamente di merda. Ovviamente a causa del covid19 e delle soluzioni di una classe politica inadeguata. Un po però anche a causa delle condizioni ridicole del mondo culturale ed editoriale, dove si pagano anticipi misericordiosi e di vendite si può onestamente parlare soltanto quando la promozione passa per grandi premi, televisione e poco altro. Un po’, va detto, anche a causa di quel piccolo sistema chiuso – deciso da certi autori e autrici – che oramai sono diventati i festival che rimbalzano sui quotidiani che rimbalzano in radio che rimbalzano nelle case editrici; nonostante le case editrici pubblichino ogni anno alcune centinaia di autori – considerando quelle cinquanta, settanta, cento case editrici che hanno un percorso di rilievo – di promozione vera si può parlare per un decimo, o un centesimo degli autori. Ovviamente chi ne è parte dice che “noi siamo i veri autori, noi siamo i migliori”, ma allora perchè le stesse case editrici che pubblicano queste somme autorità in materia pubblicano anche tutti gli altri? E bon, ovviamente è un serpente che tenta di mordersi la coda, alla fine le discussioni non giungono mai ad una conclusione sensata. E allora dunque che fare? Signori e signore, si va in bosco, ci si ritira, non dalla scrittura, perchè quella è una pratica, una via artistica e anche spirituale, secondo me, che non puoi dismettere, chi ce l’ha nel sangue la vive, comunque. Ci si ritira dal paesaggio degli aspiranti… sentirsi trattare con sufficienza da certe facce di… ghianda… e da certi prezzemolini che vivono per far parlare di se stessi beh, non per offendere nessuno, ma avete davvero rotto le… foglie… è meglio non guardarlo più questo mondo che si balocca dall’alto di una torre di cartapesta. Ci sono poche cose di cui intendo nutrire le ore, i giorni, le albe che ancora mi vengono donate. Lunghe passeggiate, meditazioni in selva, letture antiche, e scrittura. Di certo basta a tutti questi narcisismi in circolazione coi quali si è costretti a scendere a patti per un’eventuale intervista, o un’incosistente visibilità del giorno. Sempre che non ti chiedano, come avviene spesso, per contro, favori e scambi. E io dovrei dedicare ancora un giorno, uno solo, della vita che mi resta, a questa corruzione molliccia e diffusa? A sostenere un sistema come questo? E dire che proprio alcune di queste menti poi si riempiono la bocca costantemente di termini quali etica, giustizia, parità dei diritti, rispetto eccetera. Parossistico. E poi, anche questo compitino che oggi si affida gratuitamente agli autori e agli artisti di promuoversi, ogni santo buon giorno, sulle diverse piattaforme social e se non lo fai sembra che sei fuori dal mondo… ma qual è il mondo? Dove sta? A chi si parla? La bussola è persa da tempo. Bisogna ricostruire tutto daccapo, purtroppo. Riconquistare il tempo e la centralità del proprio fuoco, non rincorrere ogni minima fronda che il vento fa oscillare. In silvis et radicibus – TF
PS – Le foto che allego sono prese mentre divago nei boschi. La faccia dice tutto quel che c’è da dire. Non vi mostro invece la faccia che mi ritrovo a fine giornata – rabbuiata, mesta, nervosa, corrotta dopo ore passate a parlare con chi di dovere, con le personalità illustri, i tanti stronzologi – che di certo non voglio riconoscere mai più, anche a rischio di scomparire dal mondo.


