UN INEDITO
C’è un luogo naturale che oscilla al centro dell’identità e dell’immaginazione dei bergamaschi: si tratta delle cascate del fiume Serio, a Valbondione, in cima alla valle che ne prende il nome. Le acque dei ruscelli che disgelano dai ghiacciai e dai nevai delle Orobie ricadono nel lago naturale del Barbellino, a 2128 metri s.l.m., e da qui al bacino artificiale che sta a metri 1862, delimitato da una diga costruita a inizio Novecento. A 1750 metri sboccano le cascate che precipitano in tre salti per una misura complessiva che si aggira fra i 300 e i 315 metri, le più alte d’Italia. Prima della costruizione della diga, in particolari condizioni, si poteva ammirare anche un unico salto, ma ora, con lo sfruttamento delle acque per la produzione idroelettrica, le cascate vengono aperte al pubblico poche volte l’anno. Eppure, lì dove le acque sgorgano violentemente e si polverizzano pulsa qualcosa di importante.

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