Un albero della pace a Roma

UN INCONTRO DOMENICA 12 GIUGNO
°Musica per le foreste° – 25 boschi miniati
Questa manciata di parole e silenzi, di boschi e di volti, di respiri inchiostrati è pubblicata per le effimere Edizioni dell’Eremo, connesse alla pratica quotidiana di meditazione e studio che trovano forma in quel luogo che chiamo Ne-an, o eremo delle radici. Ogni tanto si tratta di un luogo fisico e stabile, lo studio dove lavoro, in una piccola abitazione nel torinese, e ogni tanto dei boschi dove medito e a contemplo. Oggi ci siamo abituati a pensare che un poeta, soprattutto quando crede o ritiene opportuno considerarsi un buon poeta, un poeta vero, debba dunque essere stimato nei termini consueti, ovvero essere parte attiva di una rete di amicizie, essere ben esposto alla visione dei critici, ed essere, forse ancor prima, ottimamente pubblicato, ovvero pubblicato da quei più importanti editori, nelle loro autorevoli e ambite collane. Retrocedere da queste attese e ambizioni e consegnare le proprie composizioni ad un semplice file messo in rete, o a piccole stampe artigianali donate, brevi manu, nelle occasioni di incontro, potrebbe sembrare squalificante, poco serio, e forse per molti lo è. Ora, nella mia vita, ad un certo punto, ha fatto la sua comparsa un monaco zen, si chiamava Luigi Mario Engaku Taino, non è stato il mio maestro – sarei sciocco a rivendicarlo, sarebbe un atto di puro narcisismo – ma è stato nonostante questo un esempio, il cui comportamento, e le cui parole – insegnamenti – hanno arricchito questo modesto uomo che sono. Taino sosteneva che lo zen si diffonde così com’è, senza bisogno di alcuno sforzo, senza pubblicità: se una cosa vale cammina, altrimenti puoi spingerla quanto vuoi ma non troverà gambe; questo ovviamente farebbe crepitare le certezze di tutta quella scienza applicata che è la promozione – di un libro, di un disco, del valore di un artista, ma anche di un professionista o di un prodotto qualsiasi. Ho sentito mio il modo di ragionare, di sentire, di Taino, e l’ho applicato, in questa parte della vita, al mio artigianato poetico.
La nuova versione di “Musica per le foreste” sarà presentata al Tempio Anshin di Roma, domenica 12 giugno 2022 (ore 19), durante la cerimonia di benedizione per la piantumazione di un albero della pace Hibakujumoku, una piccola pianticella di ginkgo, discendente diretto degli alberi sopravvissuti alla tragica esplosione atomica che ha colpito Hiroshima, la città e la sua popolazione, quel triste lunedì mattina 6 agosto 1945. Ringrazio per l’occasione Guglielmo Doryu Cappelli e Annamaria Gyoetsu Epifania, l’Unione Buddhista Italiana, Gart-Garden Art e Katia Paoletti.
Vi aspettiamo per questo piccolo gesto di condivisione e di pace, e poi care amiche e cari amici romani, se non avete mai visto il giardino del tempio Anshin vi assicuro che merita, non ve lo potete immaginare. Si trova in via Ettore Rolli, a pochi passi dalla stazione dei treni di Trastevere.
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