CONVERSAZIONI CON GLI ALBERI
Attorno al nostro park ci sono dei grossi alberi con la corteccia maculata. Pare si chiamino platani, sono molto alti e anche una quercia, l’albero più grande. Proprio sulla quercia ci lanciamo le scarpe usate, è diventato il nostro Shoe Tree, o albero delle scarpe. È un’abitudine di noi skaters in giro per il mondo, ci sono alberi delle scarpe in molte città, a New York, a Berlino, a Londra, anche a Tokyo. C’è un giornalista che è stato qui per scattare delle foto all’albero e intervistarci. Ci siamo sentiti come gli animali allo zoo, mancava solo che ci portasse un pacchetto di noccioline salate. Ci ha raccontato che questa usanza nasce negli Stati Uniti per colpa di un serial killer di bambini che appendeva le scarpe delle vittime sui rami degli alberi, che storia! Ma nessuno di noi gli ha creduto.
Buddha dice che gli alberi sono importanti, il Buddha storico infatti si è illuminato, 2500 anni fa, sedendo per giorni sotto un grande albero nelle foreste dell’India. Noi mica ci vogliamo illuminare, gli urliamo, ridendo, ma lui è serio. Buddha è spesso troppo serio, forse la vita a trentaquattro anni è terribilmente seria, chissà. Noi comunque ai nostri alberi ci vogliamo bene, infatti non ci scriviamo niente sopra, e li rispettiamo, li salutiamo anche quando arriviamo o ce ne andiamo, al tramonto. E poi il nostro albero delle scarpe è sempre più bello. Attualmente sostiene sui suoi rami ben quarantotto paia di scarpe legate per i lacci, ma entro fine anno forse saranno già cento.
Continuano le Conversazioni con gli alberi
Questo è l’ultimo racconto, uscito ieri su La Verità
Una buona lettura
