POETI POST 68

UN INEDITO DA AGRESTE
Oceano settentrionale
 
Il vento parlava ma nessuno si fermava ad ascoltarlo.
Pellicani grigi sostavano a qualche metro di altezza
sopra di noi, come se non esistessimo, lì, impiccionati,
i becchi rivolti alle bocche dell’oceano, in fila,
ondivaganti, le ali aperte quasi a sbattersi contro.
Le acque spumeggiavano tra rocce nere, imbruttite,
in un ordito di oscurità che tanto piace fotografare.
Era una mattina fuori stagione, il sole non si arrendeva
ma l’estate aveva speso tutti i giorni a disposizione.
Alle nostre spalle i resti delle città travolte dalle onde
del cataclisma, e tutto quell’affaccendarsi di macchine
e robot che ricostruiscono il nuovo a tutti i costi.
Ti tenevo per mano, señora espagnolita, non avevamo
più parole, assordati com’eravamo dal grido di piacere
che entrambi avevamo concesso nel tuo letto,
in una stanza colma di croci, sante e madonne,
nemmeno a Roma la potrebbero immaginare.
Avevamo provato un piacere inedito, tu, la prima
volta dopo la malattia, dopo la paura, dopo l’operazione,
ed io dopo tanti anni di routine, di lento appassimento.
Esiste qualcosa di miracoloso nella prima volta,
anche se si sono superati i cinquant’anni, anche se
è vero che di certe situazioni intime sarebbe meglio
non scrivere affatto, per rispetto, forse, o per pudore.
Le vaste e sontuose foreste di sequoia ci attendevano,
loro l’amore lo fanno ogni giorno e senza clamori,
foglia sopra foglia e corteccia contro corteccia
 
Inedito da Agreste, in uscita nei prossimi mesi, pubblicato nella costellazione di voci che partecipano al progetto Poeti Post 68, a cura di Elisa Donzelli e Christian Sinicco e altri che ringrazio per l’accoglienza. Possiate leggerne opere e intenti su questo sito:
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