Silvarium

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S  I  L  V  A  R  I  U  M
Cento boschi miniati

In lavorazione
>>> Copertina
>>> Silvarium (pdf, selezione)
>>> Estratto – L’ultima foresta
>>> Estratto – Pastorale minore
>>> Estratto – Selva itinerante
>>> Estratto – Labirinto Padre
>>> Estratto – Erbe migranti
>>> Estratto – Parsimonia
>>> Estratto – I gatti nascono nelle noci
>>>
Estratto – Rondini scarlatte
>>>
Estratto – Il padre dichiara il figlio
>>>
Estratto –
Il bosco la mattina alle 5 e 39 
>>>
Estratto
 Abbraccia tuo padre che è una foresta
>>>
Estratto
 Ad un misterioso lettore che deve ancora nascere
>>>
Estratto
Madri che spiano i figli

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PRESENTAZIONE

«Ogni tanto ritorno al bosco per raccontare quel che nel frattempo la penna ha radicato nel regno della carta. Torno semplicemente al bosco per leggere quel che ho composto grazie a questo vasto quanto irragionevole magistero; consegno silenzi e parole insceno un oratorio privato di ricompensa, di ritorno alla fonte dell’ispirazione – la natura, l’albero, le acque che ruscellano, il canto degli uccelli, il fruscio delle ali e delle code e tutta quella fantasia senza fine che può farmi compagnia nel giro di ore che chiamiamo vita» T.F.

I “boschi miniati” di Tiziano Fratus non sono soltando un tentativo, come altri, di plasmare le parole in una forma geometrica – che ricordi nel suo caso foglie, semi o alberi – distinta dal consueto andare a capo del verso libero; indicano semmai una ricerca di confidenza, d’intimità, con tutto quell’esistere là fuori che procede, e avanza, inarrestabile, talora imperscrutabile, nei movimenti ordinari, nei mondi altri, vegetali e animali, rinnovati dal cambio delle stagioni, dalle intrusioni umane, perturbato dalle nostre percezioni individuali. Il tempo scorre, segna, preclude e improvvisamente apre. Grandi alberi, foreste, cammini, perlustrazioni, indovineli, sorprese, immaginazioni, invenzioni, e le figure capitali del padre e della madre, o meglio di una non-madre che trionfa per la sua assenza.

In attesa della pubblicazione del volume si allega una selezione di 25 pagine che abbraccia i più noti boschi miniati.

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Hanno scritto e detto della poesia di Tiziano Fratus

«Poesia e natura si fondono» Giuseppe Conte

«Forse il più legato al concetto di paesaggio fra i poeti italiani» Roberto Deidier

«Una voce importante della poesia italiana» Jean Portante, Festival Voix Vives

«Ha fatto del rapporto con la natura e in particolare con gli alberi la sua cifra stilistica e anche un’elevazione spirituale e meditativa» Claudio Pozzani

«Vocazione, dono, attenzione, passione… e poi il mondo, questo nostro, infilzato da parte a parte, in ogni dettaglio, cantato con nitidezza e urgenza. Un canto politico» Mariangela Gualtieri

«Il lavoro complessivo di Tiziano Fratus rappresenta un unicum garantendone un’immediata riconoscibilità in un panorama purtroppo sempre più incline alle tendenze e all’omologazione» Matteo Fantuzzi

«A stupire qui è il soffio largo di quella che Fratus ama chiamare poesie ambientale» Giovanni Tesio, TuttoLibri

«Da quali insondabili delicatezze derivano questi versi che Tiziano Fratus distilla! Venuti alla luce attraverso una decantazione favorita dalla capacità di essere in dialogo con la natura, di ascoltarne le voci e i modi, di imparare tramite la sua lezione una modalità di essere al mondo» Rosa Pierno – Carte nel vento / Premio Montano

«Le sue poesie raccontano le connessioni profonde che ci legano alla Natura» FAI

«Una delle voci più originali del nature writing in Italia, Tiziano Fratus è anche qualcosa di più: è un poeta radicale, un cercatore d’alberi, un filosofo che pensa e trova i suoi pensieri nei boschi. La sua dendrosofia è l’augurio di una saggezza arborea in cui tutto dialoga con tutto: radici, foglie, uccelli, insetti, suoni, umori, tempo» Serenella Iovino

«Tra corteccia e carta, si allarga la mappa del poeta agreste buddhista, il destino dell’uomo è tracciato, tra acqua, terra e aria, in un rapido giro di versi che produce piacevoli vertigini: “Pensa alle balene nel granitico blu profondo, / pensa a tutte le schegge che ti trafiggono, / pensa a quanto piccolo mondo sei riuscito / a sollevare con le tue fragili ali scadute» Daniela Monti e Luca Mastrantonio, 7 del Corriere della Sera

«Una poesia narrante, dotata di gambe, che cammina nel paesaggio e, al tempo stesso, si fa paesaggio, si fa ascolto e racconto. Il mondo di Fratus è un mondo di boschi che addentano al collo i monti, di semi filosofi, di gatti che nascono nelle noci, di soffioni e amarene, di volpi solitarie e fili d’erba, di acqua buona e foreste silenziose […] La sua voce, silvanamente ruvida, ha radici nel silenzio e coltiva una poesia colloquiale che spesso s’interroga e interroga» Gian Luca Favetto, La Repubblica

«Agreste è un grande gioco di fantasia, eterogeneo e polifonico, una galleria di ritratti, istantanee, un album di famiglia, un compendio di storie comuni e piccole avventure segrete nella quali Tiziano Fratus, camuffato da cronista di provincia, mischia il reale al fantastico, affianca parole ricercate ai suoi neologismi e alla lingua parlata» Antonella Francini

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Estratti

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