Thomas McGrath, due poesie luminose

UN GIGANTE SILENZIOSO

Quanto adoro il lavoro e la figura del poeta Thomas McGrath (1916-1990). Nato nel Nord Dakota è stato soldato, ha militato nel partito comunista e per questo è stato perseguitato nella stagione di caccia alle streghe condotta dalla commissione del senatore McCarthy. Ha vissuto e studiato e insegnato in varie università, nel Meine, in California, nel Nord Dakota, a New York, nel Minnesota; è stato sceneggiatore di documentari e ha guidato la rivista Crazy Horse. E’ autore di una ventina di opere, racolte poetiche, un romanzo, due storie per bambini, di cui la più nota è il poema in quattro parti Letter to an imaginary friend (pubblicato fra il 1962 e il 1985, edizione integrale postuma, nel 1997). Infine si è spento a Minneapolis. In Italia? Non pervenuto.
Traduco qui due poesie tratte da Selected Poems (1938-1988) – Copper Canyon Press, Port Townsend, 1988, volume che si pregia dell’introduzione del grande e compianto Sam Hamill. Buona lettura.

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Fuoco di carbone in inverno | A coal fire in winter

Qualcosa di vecchio e tirannico sta bruciando là.
(non come un fuoco di legna che è soltanto
la fine di una estate, o di una vita)
Ma qualcosa che appartiene all’oscurità: calore
dal tempo prima che esistesse il fuoco.
E sono venuto qui
per riscaldare quell’oscurità in forme di luce,
e liberare un principe schiavo
dal regno sommerso del padre carbone.
Una compagnia di sangue-carbone che si riscalda –
serpenti carboniferi di giardini bituminosi,
tunnel infiammabili di canzoni estinte dalla fossa nera,
la fine scintillante delle grandi bestie, fiori di pietra
sfolgorante, fuoco diamante e frutto incandescente.
E al di fuori di tutta questa morte, adesso,
a mezzanotte, il mio amore ed io stiamo cavalcando
giù lungo le antiche strade alte di luce inestinguibile.

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Epitaffio | Epitath
Ancora, viandante, tu sei venuto da lontano, guidato da quella stella.
Ma il regno del desiderio sta all’altro capo della notte.
Puoi dire addio, compañero; lasciaci viaggiare insieme con gioia,
vivendo sulla catastrofe e nutrendoci di pura luce.

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Vuoi saperne di più? Leggi questo articolo apparso su The New York Times