Il platano monumentale di Villa Litta

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A Milano dieci metri di circonferenza del tronco

Nei giorni scorso ho condotto una nuova alberografia nei parchi e nelle aree verdi della città di Milano. Ho attraversato aree del centro che non avevo ancora visto, come il Giardino della Guastalla, dove si trova una annosa catalpa, un acero e un bagolaro niente male e un platano probabilmente secolare, e come il Parco Don Giussani (ex Solari); ma è nei parchi della ampia periferia che ho trovato i segni più interessanti, come il parco di Villa Litta, il Parco Trotter, il parco di Villa Scheibler, Parco Ravizza. Nonostante la fama ho trovato scarsamente interessanti invece il Parco del Trenno e Boscoincittà, anche se quest’ultimo presenta ben altri pregi che andrò a presentare nel futuro taccuino L’Alber de Milan.

Per quanto concerne gli alberi di maggiore grandezza che ho incontrato a Milano l’elenco, al momento, offre:

– la quercia (Quercus rubra) di Montale, Giardini pubblici Indro Montanelli;

– il platano (Platanus hispanica o x acerifolia) degli ex-giardini di Porta Venezia (ora Montanelli);

– i platani ultrasecolari e monumentali del parco di Villa Litta;

– cipressi calvi del Parco Sempione;

– coppia di Gingko biloba ed una noce del Caucaso (Pterocarya fraxinifolia) all’Orto Botanico di Brera;

– noce del Caucaso di Cascina San Romano, Boscoincittà;

– quercia americana (Quercus rubra) del Parco Trotter;

– la quercia rossa di Piazza XXIV Maggio;

– metasequoia (Metasequoia glyptostroboides) dei Giardini Montanelli.

Non sono riuscito a misurare due dei tre platani più grandi che ho incontrato: il primo nei giardini Montanelli, a lato di una vasca sull’ingresso di via Manin, un poderoso impianto radicale dal quale si innalza un tronco obliquo, misura stimabile intorno agli otto-nove metri; il secondo ha una misura prossima e si trova nel parco di Villa Litta. Entrambi sono circondati da una staccionata che ne vieta l’ingresso.

Nel parco di Villa Litta ho contato ben cinque alberi di grandi dimensioni, tre dei quali certamente monumentali: quello che ho appena segnalato, che si trova accanto all’edificio e ad una fontana circolare se si entra nel parco dall’ingresso principale; quindi un altro sei metri, altissimo e con una chioma straordinaria dalla parte opposta, il tronco graffitato; infine il terzo e più sorprendente, un gigante per la specie, che si trova nel parco, in una zona popolata di altri due platani. Appare nel prato, in direzione sud-ovest, è liberamente accessibile. Altri platani del parco sono circoscritti da staggionate. Questo no. Un ampio apparato radicale emerso da cui nascono due grossi tronchi gemelli che salgono a “V”. A 130 cm di altezza, poco al di sotto del punto di scissione, ho misurato 10 m e 10 cm di circonferenza! Se la mia misura ad occhio del platano dei Giardini Montanelli è esatta, il platano del parco di Villa Litta è il più grande albero di Milano. Una delle due branche sale singolarmente, l’altra di sdoppia. Si aggira intorno ai venti metri di altezza, come il platano accanto alla villa dalla chioma espansa.

I platani più annosi qui presenti sono stati messi a dimora a metà Ottocento dal conte Ercole Silva, esperto botanico che ha trasformato il precedente giardino al’italiana in un parco all’inglese. Sono stato anche in visita a Piazzale Libia dove mi erano stati segnalati platani alti quarantacinque metri: era una misura alquanto generosa, il maggiore ha un tronco di 375 cm e l’altezza non supera i ventincinque metri.

2 risposte a “Il platano monumentale di Villa Litta”

  1. La Milano che non ti aspetti!!

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  2. Ciao Marco! In effetti non mi aspettavo dei platani così grandi a Milano. I parchi purtroppo non sono tenuti benissimo ma credo sia una conseguenza dell’afflusso cospicuo di visitatori, piuttosto che una mancanza di operatività del comune e delle circoscrizioni. Le aree meglio tenute sono quelle che ospitano recinti per i cani, i padroni ci tengono e si vede. Alberi monumentali pochini, ma d’altro canto siamo nel cuore di una città di un milione e mezzo. Come sai tutte le città italiane hanno un patrimonio arboreo relativamente giovane.

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