Probabilmente le più antiche della Liguria
Il parco all’inglese è stato commissionato dal marchese Orso Serra (un nome, una garanzia) nel 1851, si fece affiancare la settecentesca Villa Pinelli da un nuovo edificio, un cottage in stile Tudor e da una torre medioevale. Di quell’impianto sopravvivono tre sequoie sempervirens, due alte 38 metri, una 32 metri. Il marchese si era ispirato ai giardini britannici che aveva avuto modo di visitare durante i suoi viaggi, e infatti già dall’anno del Signore 1863 il parco risulta accessibile grazie a permessi speciali. Un lungo abbandono durato mezzo secolo ha portato l’amministrazione pubblica a lunghi lavori di recupero, con riapertura nel 1992, durante le celebrazioni delle Colombiadi.
Lo stile è inconfondibile, passeggiando lungo i vialetti, intorno al laghetto popolato di anatidi sul quale svetta la sequoia di 32 metri, 490 cm di circonferenza del tronco, si ha la sensazione di stare non nell’entroterra ligure, ma in Scozia o nel Kent. Poi compare la villa, un gioiello, la sensazione si trasforma in dubbio concreto, un gomitolo che diventa difficile da sciogliere. Accanto le punte che sfiorano i quaranta metri, le chiome colonnari di un cipresso calvo e delle sequoie che si trovano in quel punto da centosessant’anni. Passeggio intorno alla base, un ammasso radicale congiunto, nonostante le due sequoie vegetino a due metri e mezzo di distanza. La sequoia di sinistra è doppia, tipo la gemella di Reggello (nel fiorentino), 478 cm di circonferenza del tronco, quella a destra è solitaria ma ben maggiore, 551 cm, quindi prossima per età e dimensione alle cinque più antiche d’Italia, quelle del Parco Burcina di Pollone, nel biellese.
Le mie radici fluttuano e affondano nella Madre Terra.


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