UN TESTO DI GIUSEPPINA MARCHIORI
Ieri (22 aprile) era la giornata mondiale dedicata alla Terra e in quest’occasione abbiamo scoperto un libro al Parco di Villa Negrotto Cambiaso di Arenzano. Un libro intitolato Terre Di Grandi Alberi Alberografie A Nord-Ovest scritto da Tiziano Fratus, con la presentazione curata da Fabia Binci, la quale ci ha spiegato che l’autore si definisce Uomo Radice (lat. hŏmo radix). E tale definizione potrebbe valere per ognuno di noi, uomo o donna che vive quotidianamente un rapporto d’attenzione con gli elementi naturali e vegetali, ed un legame di riguardo verso le proprie radici locali. Sì, siamo anche noi comuni cittadini, uomini o donne radici se ci preoccupiamo di tutelare il territorio e di girare il mondo scoprendo e lasciandoci assorbire dall’elemento albero, fattore di connessione del paesaggio, in particolare l’albero secolare o monumentale. Questo libro offre degli itinerari per scoprire appunto queste piante che sono nel Nord-Ovest della nostra penisola.
Seduti su alcune panchine, circondati da una natura in risveglio primaverile, scapigliati da un vento capriccioso e un po’ freddo, eravamo un bel gruppetto di persone ad ascoltare Tiziano Fratus, il quale oltre che scrittore è un poeta della terra. Ci spiegava di alcuni alberi monumentali che riescono a raggiungere tanti metri di circonferenza e tantissimi in altezza. C’è un albero nel mondo che raggiunge i 115 metri. Lui rispondeva con il sorriso alle nostre domande. Alcune di queste riguardavano l’ulivo, del quale il nostro territorio ligure è tuttora impermeato. Ho scoperto che questa pianta dà un fiore bianco piccolissimo, il quale cadendo a terra lascia un profumo delizioso nell’aria.
Sembrerà strano: ad un certo punto ho avuto l’impressione che le folate di vento, che ogni tanto si facevano sentire pungenti, fossero il respiro della terra. Un respiro, un richiamo. Così ho pensato per un momento a come impoveriamo il nostro Pianeta tagliando sempre più foreste, e a come sia importante la protezione della natura e delle bellezze che ci circondano.
Con Tiziano Fratus abbiamo fatto un giro nel parco, seguendo l’itinerario che egli descrive nel libro sugli alberi. Siamo passanti accanto ad una tuia, la quale sprigionando le sue foglie lascia un aroma che ricorda il frutto dell’ananas. Proseguendo abbiamo scorto macchie di nespoli con i loro frutti appena accennati. Ci siamo fermati accanto a quattro alberi secolari cedri himalayani, scoperto il Cedrus libani, il quale ha delle foglioline aghiformi raccolte a rosetta. Come, poi, non rimanere affascinati dalle foglie verdi pastello degli alberi di canfora, e dalla maestosità, dalla geometria e dal fogliame particolarissimo dell’araucaria, la quale faceva anche tenerezza perché aveva sofferto il freddo pungente dei giorni di febbraio.
Il profumo dei fiori di limoni ci accompagnava lungo il tragitto, mentre continuavo a sentire il respiro della terra, ma meno forte, quasi un sussurro. Una foto di gruppo sotto un albero secolare ha interrotto per qualche minuto la visita. Nei prati del parco c’era gente che ballava; si sentivano le risa dei bimbi. I chioschi dei fiori lungo i sentieri della villa (era in corso la manifestazione Florarte) regalavano pennellate delicate di colori.
Sono tornata a casa felice. Stamattina, mentre percorrevo a piedi la passeggiata a mare che da Voltri va ad Arenzano, guardavo i lecci, gli ulivi, le agavi, le acacie fiorite, che rendono meravigliosa la nostra riviera. Ammiravo tutto con altri occhi, pensando alla donna radice che ho scoperto in me. Ho preso un piccolo fiore d’acacia tra le mani; ho odorato il suo profumo dolcissimo così seducente per le api. Ho sentito il respiro della terra che mi faceva comprendere quanto sia importante saperlo ascoltare, per custodire un pianeta che abbiamo ereditato, e che a volte non meritiamo.
[Un ringraziamento speciale a Fabia Binci]
Rispondi